Paolo Ferrari
 
 
Poesie del nuovo pensare
 
 
 
1989-1992
 


 
 


 
 
Evoluzione
 
I corpi, nessuno escluso,
emettono un fischio acutissimo
oscuro all'orecchio:
è il gemito sommerso e perenne
di uomini e cose.
 
Quel sibilo terrifico
è ammansito
da ogni fonte
di luce.

1989-1992

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fare
 
Ho preso a due a due da sinistra a destra
e all'inverso
nella tua mano arcuata,
scaldavano, gira e rigira
sempreverde per grazia, ove mi dissero
d'issare uomini
sul tetto del mondo.
"Ma va' là".
Lottammo - fa' piano - infine per essere
giustamente i mortali.
 
 
1989
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Per la via
 
Per chi vince
o, ooh ....... travagli e
medaglie su per la salita,
lungo la quale c'incamminammo.
Ho visto l'attualità e il perdono.
Sono poi scomparso oltre le mura del suono.
 
1992
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Anticipazioni armoniose
 
Il pigolio insistente
nuovo nato oggi sul tetto
sopra il mio capo
m'incalza oltre il suo fremito.
Da due settimane, almeno,
già ho udito quel trillo
con il ciclo vuoto del nulla
in me oscillare
sulla soglia avanti l'Inizio.
 
 
1992
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Esperimenti 1
 
"Indicagli il moto".
"Ma no, non occorre: ormai progredisce da solo" .
Mi parve
sui due piedi
retto da quella soavità
che s'afferra al pensiero
avanti la soglia
oltre la quale
si muore.
 
1992
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Esperimenti 2
 
L'ascoltai
con partecipe attenzione.
Simulacri per l'aria, specchio
di nere ricche querce
spellate dal sole e
da mani operose
a soccorso,
- d'amorevoli cure ha bisogno il giardino, a primavera - .
 
Non per le nascite
non per le morti inconcluse
mi sono messo a pensare.
Perciò, dal luogo in cui sono
- son io e non altri -
m'arrischio a creare
senz'ombre
mai visti, inauditi universi
introflessi di luce e d''assenza'.
 
 
1992
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Come da un piccolo coro di terra
 
Materialmente
ho visto disegnare
nel perfido silenzio
una casa, un ........ vetro.

Trattenuto è il giglio candido
patisce dei sogni
ogni vostro sentire.
Orsù, la mente
si spenga.

L'allucinazione cessi
di versare
immagini e cose
a dar senso impudico alla vita
- spaurita è la vita - .

Luce sospesa oltre
il filo dei tetti
materia in eccesso
spirito, pallido spirito
scadente è la ragione
la parola povera
d'altro concetto
di mutato gioire.

Ho chiamato a raccolta
i miei cieli
dell'illuminazione,
uno per uno.

Ce n'era abbastanza - io credo - in ciascuno
perché l'intera estensione
di uomini e cose,
di dei, di rivoluzioni,
di esperienze
e contrattazioni
infine fosse compresa
pronta al sovrumano capire.
 
Andate e pensate.
Non raccogliete,
nulla ascoltate.
Sì, il capace estremo
silenzio fuori del senso
non sano ch'è fatto
di uomo.

Ruotato in se stesso
(ecco) il genio,
il corpo che nasce.

Pazienza; la notte si fa
il giorno
la poesia
la nave dei pazzi
la ruvidezza del mare.
 
Battere nel capo la campana che semina il caos,
la costellazione serena
la voluttà fuori da terra
da dove
s'intona il canto del merlo.
Adesso: è figura dell'Essere.
Quieto; è fermo; quasi
eterno.
Senza le mani e senza le braccia;
gira, si torce la traccia del vento.
Com'onda l'ora è passata
alla vigilia dell'Eros.

Componi; disponi! stavano uomini
abbracciati
accucciati
senz'ossa, senza memoria
entro il vallo di terra.

E' coscienza del sonno
è sintomo dell'oltre - la - morte.

Nuovi nati
sollevati sopra
le vertebre dell'
animale,
innaturali ancor oggi
i sentimenti
a conforto di specie.

La casa; il vetro.
Quali case; quali gigli?
quale animale;
quale finestra che s'apre?

Da fuori, lì sotto
s'impone il corpo vacuo
dalla caverna.
Senz'audacia
senza emozione, né ardore,
senz'ideazione
manca il dibattito con l'altra ragione.

Già s'attenua:
s'impegna nel campo il fiocco iniziale
della più viva compassione.

Mi ospiteranno ............
Lo spero, lo voglio.
Lo induco; un annuire compiuto?

Li vedo (uomini fiochi).
Li sollevo.
Li contengo, di lato.
Non sono.

Essi sussultano
un poco.
1992
 
 
 
 
Esperimenti 2
 
Ho assorbito la sostanza pari alla morte:
ne sono uscito.
Sto per udire
sopra il mio capo
inusitato il gracchiare della cornacchia
per il quale, finora, è sottratto il pensiero
d'un sentimento ad esso adeguato.
 
1992
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il tirocinio
 
Incoercibile si fa
il vivere,
dell'intensità estremo,
quando
la materia - non è ancor nata l'antica materia -
nuova si genera senza patire,
entro lo spazio non noto
sul fondo del tempo - non fugge quel tempo - .
Nel chiuso sbatacchia il vecchio pensiero.
Non c'è giorno, non c'è notte
non c'è morte.
Io mi abituo (io mi alleno).