All'inizio
d'un mondo-nuovo
Una novella ateologico-scientifica
intorno alla Teoria delle
Superstringhe
Domandarono
a Dio se già avesse concepito il mondo e, se sì, in qual
modo l'avrebbe creato.
Dio disse di aver pensato a tutti i modi possibili per dar
origine alle cose, agli animali e agli uomini pensanti.
Ma le aveva scartate tutte. Infatti il modo di creare le
pietre, le piante e gli animali poteva anche essere pensato
e generato, ma per quanto riguardava gli uomini, in particolare
per quel loro pensiero non c'era nulla da fare. Occorreva
un inizio speciale che prendesse insieme il tutto, che oltrepassasse
le cose, le piante, gli animali, poi ancora oltre, un tutto
differente e nuovo, che forse non avrebbe mai potuto esistere.
A meno che ... Ci pensò e ripensò, più e più volte, standosene
fuori del tempo; gli capitò persino d'entrarci nel mezzo.
Ma ne era dovuto uscire in tutta fretta con uno sforzo non
da poco, per non rimanerne impigliato e vivo d'una vita
non ancora possibile e vera. Non ne poteva proprio più.
Come escogitare un'energia che desse conto d'un'attività
- quella del pensare - che nulla aveva a che fare con quella
del cosmo costituito da miliardi di anni di sola materia,
energia non consapevole? Come dar conto di qualcosa di assolutamente
differente da ciò che già si vede, che appare consolidato
lì fuori, che i sensi così facilmente recepiscono?
Come pensare a qualcosa che assomigliasse a quel suo pensiero
e che persino lo trascendesse? .. Come precedere se medesimo?
Si fermò di colpo. Ma sì: ecco lo spiraglio!
Come precedere il mio stesso pensare? Come pensare qualcosa
che mi antecede?
Come concepire un universo che manca persino di questo mio
fondamentale credere che qualcosa sia posto lì fuori ed
esso sia vero ed io con esso, oppure il contrario?
Come inventare un tempo che s'inveri antecedendo se stesso
insieme con colui che lo ha inventato?
Aveva trovato qualcosa da cui avrebbe potuto anche procedere.
Che cosa? S'interrogava. Ma non riusciva ancora a progettare
un alcunché. Ci pensò ancora una volta e poi per milioni
e milioni di anni, in un tempo nuovo che tuttavia ancora
non era stato generato in modo evidente e consapevole.
Non veniva però per nulla a capo dell'idea appena abbozzata:
non riusciva a trattenerla, ad elaborarla, renderla reale.
Qualcosa che anteceda. Che sia oltre me. Al di là di Dio.
Che cosa? Qualcosa che non c'è. Ma sì ... ecco qualcosa
che non c'è!
Qualcosa che manca. Ma allora anch'io non sono quel che
sono e quel che penso. Nulla è così com'è. Non esiste neppure
la cosa cui credere, quell'idea che desidero emanare: nulla
m'impersona.
Si fermò di botto: tutto l'universo che aveva immaginato
e che ancora non era, anch'esso si era fermato di colpo
in un punto, con l'aprirsi d'un varco. Una mancanza.
La mancanza di Dio. La mancanza dell'Essere. Il venir meno
del Creatore. Una vibrazione che, invece che uscire da qualcuno
o da qualcosa, rientrasse. Ma in che cosa sarebbe rientrata?
"In niente", fu la risposta che subito ritornò
su se stessa, ricollocandosi in una nuova più feconda disposizione
senza sollecitare alcun'altra soluzione.
Una potentissima vibrazione di nulla. Un fortissimo richiamo
al mancare. Un'eco profondissima di ritorno incominciò ad
emergere. Un suono al negativo; un'assenza immane, un nulla
che ondeggiava, una mancanza che si mostrava ... Dio era
scomparso. In sua vece una vibrazione che non ne occupava
né il posto né la maestà. Un silenzio che subentrava a se
stesso. Un segno, un suono, un andirivieni di luci e assenze
che transitavano sotto la pelle del mondo giammai creato.
Era la vibrazione del niente. Un'antivibrazione,
come fu chiamata dopo un tempo che era trascorso quasi all'infinito.
Di più: un'antiantivibrazione come un suono che suona
all'inverso costituendo una soglia sottostante al piano
dell'ascolto consueto. Si fanno simultaneamente evidenti
pacchetti d'una luce speciale che subito si
dissolvono privati della loro medesima primigenia illuminazione:
ma questa già è incrementata all'infinito d'un mancare
nel mezzo similmente a una vibrazione che cessa, s'investe
di nulla e si situa oscillando al-negativo.
Da quel momento le creature, a poco a poco, nel giro
di milioni e milioni di anni, si videro crescere, evolvere
e uscire dalle antiche tane, dalle loro inveterate abitudini,
e incominciare a pensare un pensiero sottile, come se da
un cervello, da una formidabile neocorteccia s'iniziasse
ad emanare la descrizione chiara e l'esistenza - per un
lato evidenti e nouminose, ma per un altro in gran parte
ancora oscure - d'un universo assai complesso che andava
ricercando in ogni sua piega e ad ogni istante quella pulsazione
di nulla assente, il solco d'una scintilla
che in parte - o forse del tutto - esso aveva perduto, avendola
tralasciata fin dal suo principiare; oppure - è un'ipotesi
recente - si trattava d'un pensiero, un'entità davvero pregevole,
una condizione dell'esistente che ancora non sapeva - o
forse non voleva - né pensare né accettare nel profondo
del cuore ed entro le cavità abissali del suo capo un universo
già pronto a fare a meno di sé e di chi l'aveva creato.
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