Astratta Commedia

di Paolo Ferrari

Regia di Corrado Accordino

Con C.Accordino, A.Conte, T.Amadio, S.Armentano, S.Villa

Primo premio Internazionale Navarro 1998

Innovativa per i contenuti che si esplicitano (i differenti stati d'un cervello-mente- corpo), l'identità dei personaggi (esseri in continua trasformazione), il luogo in cui la scena si sviluppa (una città rovesciata e più volte replicata come in un interno cerebrale), nonché per la musica appositamente creata secondo modalità di contenuto e di forma in coerenza con il tutto, l'Astratta Commedia racconta le vicende che conducono un gruppo di uomini, tra loro strettamente interconnessi, ad un nuovo possibile stadio evoluzionistico maggiormente vuoto e astratto rispetto a quello attuale. Tra perdite e riconquiste, tra ribellioni e accettazioni, i personaggi, le cui identità in alcune fasi non sono differenziabili l'una dall'altra secondo i consueti canoni d'osservazione, si muovono alla ricerca di un varco onde oltrepassare la soglia del vecchio sistema. Sotto la guida d'una differente attività di pensiero - che si concentra in uno dei protagonisti - scoprono a mano a mano, non senza resistenze ed ostacoli disseminati lungo il cammino, l'esistenza di nuovi gradi di libertà e di affettività propri d'un reale che ha accettato di dematerializzarsi, cambiando di statuto e ampliando gli orizzonti della propria complessità.
Nell'Astratta Commedia l'autore fa convergere diversi linguaggi - del teatro, dell'arte, della scienza teorica e sperimentale, della filosofia e della cura, della poesia e della musica -, onde dar voce nel luogo peculiare del teatro a un nuovo metodo d'indagine della realtà a un'entità peculiare che correla scienze dure e scienze umane, detto Asistema (complesso) in-Assenza. In conformità con esso il luogo teatrale si costruisce a mo' di stratificazione multipla con diversi gradi d'interazione capaci di addentrarsi fin nel cuore del vincolo vita-morte in cui Homo fin dal principio è confinato.
Un'intuizione linguistica peculiare - verbale e musicale - attraversa la scena senza soluzioni di continuità, salvo improvvisi squarci di silenzio, e impegna attori e spettatori sollecitandoli, ora dolcemente, ora più forzatamente, ad essere soggetti e artefici dell'Altro - il nuovo stadio in-Assenza più sgombro e fluttuante, proprio dell'Astratta Commedia: esso è pronto in ogni tratto ad attuarsi se accolto con spirito incline e con giusto calore.
Il ritmo dell'azione è incalzante, e la vicenda passa agevolmente dalla tragedia alla commedia, mostrando aspetti cruenti e dolorosi, ma anche esilaranti e commoventi, in una tensione continua e vitale che permea l'opera dall'inizio alla fine.

Le collaborazioni per la messa in scena di questo spettacolo sono molte. A partire dai collaboratori del Centro Studi Assenza di cui è fondatore Paolo Ferrari, all'Accademia di Belle Arti di Brera per la realizzazione delle scene, dagli ingegneri del suono ai tecnici specializzati per l'uso di strumentazione elettronica, ai costumisti, ai musicisti e, naturalmente, ai cinque attori protagonisti del viaggio.

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