L'Asistema
Assenza e la cura
di Susanna Verri
In questo scritto
considereremo una nuova proprietà delle attività (nervose) superiori di
Homo sapiens, chiamata Assenza, e la particolare condizione
del vivere e del pensare, mai prima esistita, che a questa corrisponde.
Vedremo come, data la relazione con il sistema complesso di nuovo genere
(asistema Assenza) ora emergente nella realtà, risultino modificate
la nozione e l'attività di cura e, in particolare di psicoterapia (psicoterapia
in-Assenza). Verrà proposto un diverso concetto di sanità, secondo
le proprietà dell'asistema e le profonde modificazioni culturali
e antropologiche che questo determina nel sistema noto di realtà.
In-Assenza si evidenzia una specifica inclinazione per ciò che
viene meno, per ciò che è mancante, invece che per la fissità della
cosa, com'è stata finora caratteristica della specie umana: ad essa cosa
è stata vincolata dai suoi sistemi sensoriali e percettivi di origine
animale.
Homo sapiens vive in realtà un'ambigua condizione, di cui tende
ad avere scarsa o nulla coscienza: ha già avviato l'ulteriore passaggio
evolutivo e tuttavia non si decide a compierlo. Le precedenti tappe filogenetiche
sono state contraddistinte dall'aumento di importanza dei fattori culturali
(come per es. la sepoltura dei morti, che ha contribuito a differenziare
Homo sapiens dal predecessore Homo Erectus, anch'egli in grado
di fabbricare utensili) rispetto ai bisogni di natura istintuale. Questi
hanno dovuto essere dominati affinché la specie potesse progredire esprimendo
la sua peculiare organizzazione sociale e civile (S. Freud: Il disagio
della civiltà).
La nascita del pensiero e della parola, e in seguito a questi lo sviluppo
della cultura e degli affetti, hanno posto le premesse per svincolare
la specie da un'obbedienza coattiva alle leggi di natura ormai inadatte
alla sua nuova complessità. Tuttavia Homo sapiens risulta ancora
sostanzialmente incapace di compiere il definitivo distacco dalla
sua origine animale e dal legame compulsivo con la cosa concreta che le
è proprio. Perciò, essendo già portatore di un'affettività e di
una razionalità nuove, astratte e maggiormente libere
da cosa, vive una condizione ambivalente e contraddittoria, simile
a quella schizofrenica: una schizofrenia che, dati i suoi presupposti
filogenetici, abbiamo chiamato 'di specie'. (P. Ferrari II lettera
saggio sull'Assenza: il distacco (l'oggetto astratto), la mente e la cura
e III Saggio sull'Assenza: un approccio non noto alla differenza
dal ciclo di vita e di morte consueto)1 .
Rispetto a tale malattia lo stadio in-Assenza, con l'asistema
che ne origina, è condizione di sanità (P. Ferrari II e III Saggio
sull'Assenza ) in quanto cessazione della coazione a ripetere
(=pulsione di morte) secondo cui senza sosta Homo sapiens ribadisce
il suo legame-dipendenza con la cosa e con questa occupa ingombrando la
realtà.
Se la cosa è sottratta (abstracta2
in-Assenza), nel suo venir
meno è data l'emergenza di un nuovo oggetto reale, l'oggetto reale
astratto assente (P. Ferrari Seminari '97-'98)3
capace di indurre il mutamento dell'attuale sistema realtà nella direzione
d'un valore più assente: minor occupazione concreta-maggiore astrazione
e complessità (vincolate a un nulla germinativo). In una prospettiva
filogenetica, è possibile pensare che già con la nascita del pensiero
astratto e della parola sia emersa, come fattore probabilmente necessario
perché questi avessero luogo entro l'organizzazione concreta della realtà,
un'attività in-Assenza (P. Ferrari IV Saggio sull'Assenza: Alle
soglie del 2000 il progetto radicale scienza dell'evoluzione, musica e
fattore Assenza), analogamente a quanto avviene, dal punto di vista
ontogenetico, ad ogni tappa del processo di maturazione psico-affettiva
di ciascun individuo. Attraverso l'accettazione di successive perdite
(=frustrazioni) si forma nel bambino la capacità di rimandare il soddisfacimento
immediato dei bisogni (secondo Freud si tratta dell'affermazione del principio
di realtà sul principio di piacere), vale a dire la possibilità di
incominciare a vivere in mancanza della cosa concreta. Ciò equivale
alla rielaborazione della perdita del primo oggetto d'amore
costituito dalla madre (M. Klein), e si compie attraverso tutti i successivi
distacchi che a partire dal primo (avvenuto al momento della nascita con
il taglio del cordone ombelicale), si ripetono sul piano reale e su quello
simbolico ad ogni fase cruciale di maturazione (svezzamento, controllo
degli sfinteri, verbalizzazione, stazione eretta e deambulazione, etc.).
Il distacco dalla madre e la conseguente capacità di vivere la mancanza,
e quindi ogni frustrazione intesa come mancato soddisfacimento di un desiderio,
sono per il bambino la condizione necessaria per lo sviluppo del pensiero
(Bion: Una teoria del pensiero in Analisi degli schizofrenici
e metodo psicoanalitico).
In-Assenza (P. Ferrari II Saggio) secondo il modello
del taglio del cordone ombelicale che si verifica alla nascita e delle
conseguenti modificazioni nella relazione madre-bambino e in entrambi
i partecipanti a questa relazione, la funzione del distacco come fattore
di cessazione è a fondamento di nuove capacità relazionali (a-relazionali)
e affettive. La rottura dell'equilibrio precedente, la crisi del sistema
con la dissoluzione del legame fusionale (sia questo con le cose, con
la madre o con la realtà tout-court) producono di fatto una separazione
senza ritorno: il rapporto si riorganizzerà su nuove basi avendo assunto
al suo interno una perdita in cui si è rotta la simmetria, cioè
quella corrispondenza punto a punto che faceva del legame precedente un
alcunché di simbiotico e perciò totalizzante.
Data tale rottura, la relazione si fa beante, bucata nel mezzo (P.
Ferrari Seminari '98-'99)4 , costantemente aperta su più piani
e a più foci all'Assenza.
Chiamiamo Asistema Assenza quel particolare sistema complesso
che si viene a determinare con l'Accoppiamento-Raddoppio (dematerializzante)
in-Assenza5 del sistema noto realtà con l'attività (passività)
in-Assenza.
Secondo il Principio di Inclusione6
dato un particolare punto
di osservazione che si ponga al di fuori di un sistema noto, il sistema
(e con questo la realtà che gli corrisponde e che esso contribuisce a
costruire) tenderà a mutare nella direzione e secondo le caratteristiche
della nuova osservazione.
Ogni attività emergente dal dominio in-Assenza si comporterà nei
confronti della realtà nota quale mediatore (dematerializzante) in-Assenza
e operatore di Raddoppio, esprimendo nei confronti dell'entità
raddoppiata la particolare attività di cura che è propria
dell'asistema Assenza (P. Ferrari - I Raddoppi in-Assenza e
II Saggio sull'Assenza).
Scrive Paolo Ferrari nell'aforisma N. 12 sull'Arte in-Assenza (Aforismi
sull'Arte7
: "L'Arte dell'Assenza si occupa anche della cura: essa sta nel
luogo (assente) dell'(anti)anti schizofrenia. Ogni suo segno
o disegno è pronto a scomparire simultaneamente al suo mostrarsi, (è
privo di occupazione al fine di dar comunque voce e senso, includere
oltre la parola e il senso, chiunque fino ad ora sia stato fuori (escluso)
da ciò che è assunto come luogo dell'esistenza umana".
E ancora, nell'Aforisma N. 13:
"L'Arte dell'Assenza, come ogni manifestazione di tale nuovo sistema,
ha la proprietà dell'inclusione: ciò significa (dato il sistema
Homo sapiens s.) che ogni genere dell'espressione finora conosciuta
(sia essa del campo della cosiddetta sanità ovvero della malattia fisica
o mentale, persino della morte) è posto in una relazione particolare detta
dell'accoppiamento idoneo. In codesta nuova espressione relazionale
il contenuto e il disegno dell'espressione - data la relazione inclusa
- sono trasformati nel nuovo sistema che è aperto, meno ingombrante,
meno totalizzante, privo della (consueta) occupazione (potere) di vita
e di morte (oltre il potere consueto di vita morte)".
Nel dominio in-Assenza si può pensare la cura in termini di inclusione.
Secondo l'omonimo principio (P. Ferrari I e III Saggio) i mediatori-catalizzatori
in-Assenza (opere e attività dell'Asistema capaci di veicolarne
le proprietà) agiscono attivando una trama relazionale (a-relazionale)
complessa che tramite accoppiamenti idonei con il sistema realtà
dominante ne avvia la mutazione verso una condizione più astratta e vuota,
maggiormente ricca in termini relazionali e libera da occupazione di cosa
concreta (Dematerializzazione (in-Assenza) tramite Raddoppio).
La nuova organizzazione di realtà che si viene in questo modo a costituire
è rappresentabile, secondo un modello mutuato dalle Scienze della complessità8
, come un particolare sistema complesso9 autoorganizzantesi
sui margini del caos, costantemente in oscillazione, aperto a più
piani, a più direzioni, fluttuante nel tempo e nello spazio secondo
una costante di grado 0 nel rapporto (di esistenza) con
l'oggetto reale.
La crisi del soggetto e della sua centralità10 , a partire dall'analisi
dell'inconscio avviata da Freud all'inizio del secolo, ha attraversato
tutta la storia della psicoanalisi e dei suoi contatti con la filosofia
e il pensiero in senso lato, fino a Lacan, ai suoi rapporti con lo strutturalismo
e l'esistenzialismo, e poi alle posizioni critiche di Deleuze e Guattari
(L'Anti-edipo).
Tutta la cultura del Novecento si può dire ne sia rimasta influenzata,
data anche la concomitante affermazione di nuovi canoni estetici che,
in ambito artistico, musicale, letterario sostenevano la rottura della
forma e la ricerca di nuovi linguaggi, culminate nei più importanti movimenti
artistici e culturali delle avanguardie.
Attualmente, sotto la spinta dello sviluppo tecnologico avanzato di fine
secolo, è in corso una trasformazione culturale, scientifica, economica
della società che vede la formazione di un unico, comune tessuto informativo
(globalizzazione)11 (P. Ferrari Seminari 98-99). Il mutamento12
, probabilmente più veloce di quanto sia possibile cogliere secondo le
attuali modalità di conoscenza, sembra richiedere nuovi paradigmi conoscitivi
più consoni alla sua complessità.
In questa direzione, la ricerca in-Assenza si occupa delle profonde
modificazioni culturali e antropologiche introdotte dall'asistema nella
realtà e ne esplora le caratteristiche, anche in relazione ai diversi
campi del sapere noto e delle sue espressioni (filosofia, scienze umane,
psicoanalisi, scienze della complessità, poesia, arte, musica, danza,
teatro, fotografia) (P. FerrariSeminari 1991-2000 e Introduzione
1999-2000).
L'asistema in-Assenza con la sua proprietà del venir meno in-accoppiamento
astratto e vuoto al nulla (assente) di nuovo genere, è libero
da ogni saturazione per accumulo di cosa (in eccesso) concreta. Sembra
perciò idoneo a prendersi cura della specie "tanto immatura e così
poco felice" (link: Paolo Ferrari Europa, o l'Assenza) in modo
che questa - distaccatasi dalle sue tracce antiche e animali, avendone
accettato la perdita - si riorganizzi, insieme con la realtà in
cui vive e che contribuisce a costruire (P. Ferrari Principio di Inclusione,
IV Saggio), su un piano a maggiore astrazione e complessità, adatto
allo sviluppo delle nuove attività mentali, affettive e relazionali
in-Assenza.
La condizione che abbiamo chiamato schizofrenia della specie -
caratterizzata in Homo sapiens dall'intrinseca contraddizione di
due sistemi dalle opposte tendenze e tuttavia coesistenti, l'uno espressione
di un soma di antica origine animale e solo parzialmente evoluto, l'altro
conseguenza del peculiare sviluppo in Homo della corteccia cerebrale
e delle più avanzate attività della mente ad essa correlate, è causa di
squilibri e mancanze legati a un'empasse evolutiva ancora irrisolta (P.
Ferrari III Saggio - La malattia della specie). Per tale originaria
incompiutezza, ogni individuo della specie è partecipe di un'alterazione
e di un disagio che sono in realtà insiti nella natura umana e nelle ormai
inadeguate modalità specie specifiche che ancora ne condizionano l'interazione
con i propri simili e con la realtà. La malattia, (quella psichica in
particolare) è perciò pensabile come espressione a livello individuale
- in modo variabile a seconda delle caratteristiche psicologiche (consce
e inconsce), familiari, culturali e socioeconomiche di ognuno - di uno
squilibrio (difetto) più generale, comune a tutta la specie.
La psicoterapia orientata secondo le proprietà dell'asistema (psicoterapia
in-assenza) tenderà a facilitare l'accoppiamento con questo,
secondo la modalità per cui - sul piano individuale come a livello sovraindividuale
(in-Assenza: asistemico) - ogni attività di cura
attua un Raddoppio tendente a indurre nel sistema noto di realtà
- e oltre questo - l'immissione di un ulteriore asistema e del
dominio in-Assenza a questo corrispondente.
Si cercherà di lavorare il campo psicologico (e quello a-psicologico)13
in modo che per successive microcessazioni (consce e inconsce), nell'arco
di più anni e di molte sedute, il piano profondo inizi a rispondere privilegiando
l'attività in-Assenza . Le antiche tracce compulsive della malattia
(coazione a ripetere)-, trovandosi all'interno di un sistema che
acquisisce maggiori ricchezza e complessità (Principio di Inclusione),
tenderanno a perdere di significato rispetto all'intero e inizieranno
a venir meno.
Lavorare il campo psicologico significa aumentarne la complessità
riducendo la coattività, ovvero la pulsione a ripetere il legame
totalizzante con l'oggetto cosa concreta tendente a saturare ogni interstizio
della realtà rendendola forzatamente povera e non astratta. Ogni cessazione
di un sintomo (=interruzione di ripetizione inconscia) permette una
nuova microorganizzazione del sistema su un piano più vuoto e libero (minor
occupazione di cosa=minor pulsione di morte) corrispondente a una
maggior capacità affettiva e relazionale.
Come scrive Paolo Ferrari negli Aforismi in-Assenza14 "Dalla cessazione
(ordinata) della materia vivente scaturisce la materia-attività pensante".
Ogni volta che il sistema si riorganizza su un diverso piano di astrazione
, noi diciamo cambia di livello e si produce sanità.
Consideriamo in generale la malattia psicologica come uno stato di occupazione
tale da ridurre o alterare consistentemente le capacità relazionali, affettive
e intellettive del soggetto. Si tratta di un eccesso legato al sistema
pulsionale primitivo (pulsioni primarie) il quale tende a permanere
immutato e a imporre i suoi bisogni, invece che andare incontro al normale
ridimensionamento proprio dei processi di maturazione. Lo abbiamo considerato
equivalente ad un'occupazione di cosa concreta = mors concreta,
a causa della predominanza a questo livello del principio di piacere
caratterizzato da legami totalizzanti e assoluti con i suoi oggetti. La
saturazione che ne deriva, evidente attraverso i sintomi che induce
quali segnali di disagio e di forti limitazioni nella normale vita, quotidiana,
agisce principalmente a livello profondo (inconscio) particolar modo a
scapito dell'attività in-Assenza e delle nuove proprietà affettivo-relazionali
a questa correlate.
Si legge nell'Aforisma N. 18: "Il decremento di morte concreta (=vita
concreta) permette al nuovo stadio Homo d'avere a disposizione
una certa potenzialità di pensiero (d'attività pensante). Se la
morte concreta (mors animalis) non decresce, Homo si trova
ad essere in vita impossibilitato a cogliere la propria e l'altrui realtà,
privo dell'idoneità all'astrazione, e perciò privo dell'accesso
allo stadio simbolico 15 ; a causa di questo esso s'ammala (e muore)".
La terapia individuale in-Assenza tende in primo luogo ad aumentare
il livello di astrazione del paziente e il grado di complessità
della relazione terapeutica: questa, orientata alla cessazione di
entrambi i partecipanti (vedi oltre la relazione per cessazione)
e contemporaneamente alla loro massima presenza (in-assenza), sarà
distaccata e affettiva, aperta a sentimenti di nuovo genere
(assenti, vuoti e complessi in-assenza), quali catalizzatori
di sanità. Anche nelle situazioni più gravi, come nelle forme psicotiche
e nella schizofrenia, si cercherà di accrescere la ricchezza affettiva,
relazionale e razionale del sistema, in modo che questo si faccia meno
povero e fisso, più libero di oscillare lasciando interstizi
vuoti(non occupati da cosa) tra sé e la realtà, senza dover
forzatamente riempire, fissare e concretizzare all'eccesso qualsiasi oggetto,
rapporto, o lembo di realtà esperita. Ogni elemento a maggior complessità
acquisito sarà in questo senso più astratto e vuoto rispetto
ai precedenti.
Come i primi processi di astrazione del bambino, iniziali tratti di distacco
rispetto a una presenza totalizzante dell'oggetto concreto, sono fondamentali
per l' apprendimento e la simbolizzazione (linguaggio verbale, disegno,
scrittura, lettura) e, in generale, per la maturazione psicoaffettiva,
così nel corso della terapia saranno significativi tutti i processi di
astrazione riguardanti la situazione terapeutica, quali la formazione
di una continuità logica (e affettiva) tra una seduta e l'altra, o la
capacità di pensare l'insieme delle sedute e il continuum temporale
in cui ogni seduta è inserita. La relazione terapeutica tenderà a promuovere
la risposta di uno specifico piano affettivo-relazionale (in
- assenza), capace di distacco e della corrispondente possibilità
di pensare la terapia stessa come nuovo tipo di oggetto reale,
primo oggetto reale astratto (in-assenza)
In questo senso potrà agire anche la strutturazione del setting -
orario, durata e pagamento delle sedute - pensato contemporaneamente come
limite di realtà (cioè elemento oggettivante rispetto alle
tendenze autistiche e onnipotenti) e premessa, pre-condizione
utile per l'elaborazione di ulteriori processi di astrazione (in-mancanza).
La scansione temporale delle sedute, - stabilita in anticipo, costante
e indipendente da possibili diverse esigenze del paziente -, favorirà
la capacità di rimandare (differire) il soddisfacimento
immediato dei bisogni, facoltà questa che per Freud corrisponde all'avvio
dei processi secondari fondanti il principio di realtà16
. Inoltre, la capacità di
vivere una mancanza, il mancato soddisfacimento di un bisogno, o frustrazione,
è quanto secondo Bion costituisce la matrice del pensiero17
. Insieme alla funzione alfa18 questa contribuisce a formare la
facoltà di pensare. La possibilità di aspettare richiede infatti che una
spinta pulsionale receda producendo un primo tratto di distacco
(= maggiore astrazione) dalle proprie esigenze immediate e, in
senso lato, da sé.
Più in generale, osserviamo che nel corso del lavoro terapeutico diversi
eventi (microcessazioni consce e inconsce di sintomi, coazioni,
habitus mentali - come diremo più avanti) hanno il significato di un venir
meno, un minus dato il quale il sistema tende a riorganizzarsi
(autorganizzarsi) mutando di livello nella direzione di un aumento
della sua complessità globale.
L'avvio e lo strutturarsi della relazione terapeutica seguono lo sviluppo
del nuovo piano di astrazione che inizia a formarsi. Questo, a
sua volta, è premessa per ulteriori interazioni a maggior complessità
- consce e inconsce - che durante la terapia formeranno una trama arelazionale
in-assenza, volta a catalizzare il cambio di livello del sistema e
l'inclusione astratta assente dei nuclei patologici in un sistema
a maggior sanità.
Scrive Paolo Ferrari ne I foglietti dell'Assenza19 "Tutti i sistemi
viventi producono saturazione; essi stessi sono, per un verso, costretti
alla saturazione (nella relazione passiva, non assente, con gli altri
sistemi). Se i sistemi viventi e pensanti fossero nella condizione di
una relazione complessa e assente con gli altri sistemi, non subirebbero
la sorte della saturazione, e perciò della morte (per saturazione). Con
la perdita di complessità è implicito l'aumento di saturazione". E ancora,
a pag. 92 (P. Ferrari op. cit.):
"Cos'è guarire? Guarire è fare meno saturo il sistema. Un sistema è saturo
quando più elementi agiscono accoppiati in modo semplice. Il modo semplice
dell'accoppiamento è l'accoppiamento in cui ciascun termine della coppia
nell'accoppiarsi non mantiene l'identità originaria. L'accoppiamento nel
modo semplice (saturo) produce 'sostanza di morte'. La sostanza di morte
è la sostanza che sta nell'anti-Assenza, in opposizione all'Assenza.
E' la faccia evidente delle cose. Possiamo dire la faccia evidente,
l'essere apparente, pure quello essenziale, di uomini e cose, è frutto
di accoppiamento nel modo semplice. (L'evidenza, l'essere al mondo
hanno provocato la morte). Ogni sistema al mondo è sistema che tende alla
saturazione ... E' da dire: la cosa è saturazione; il mondo è saturazione.
La sostanza, la materia è fatta di saturazione. Quando la materia raggiunge
il suo grado di saturazione, occupa cioè tutto il suo spazio ed è del
tutto esposta ovvero evidente, la cosa, l'essere vivente, muoiono".
In accordo con le proprietà dell'asistema in-Assenza, il
lavoro terapeutico tende a indurre cessazioni idonee a desaturare
il sistema e a renderlo maggiormente complesso. Ogni sintomo, - in quanto
espressione di una coazione legata a ciò che abbiamo chiamato mors
concreta = coazione a ripetere espressione della
pulsione di morte - sarà perciò significativo, anche a prescindere
dal suo valore semantico, soprattutto per la sua possibile cessazione:
il venir meno di un sintomo implica ogni volta la riorganizzazione
dell'intero sistema su un piano a maggior astrazione e complessità
(= minor occupazione concreta): equivalente in-Assenza a un
maggior grado di sanità.
Per minor occupazione di cosa concreta intendiamo la formazione
di una distanza dalla cosa tale per cui recedano
sia la pulsione tendente a imporla (fissarla) tramite legami iterativi
di natura inconscia, sia i sintomi che di quei legami sono manifestazione.
Allentati i vincoli con la vecchia organizzazione pulsionale, è posta
la premessa (o pre-condizione ) perché siano possibili nuove
relazioni-interazioni a minor grado di fissità rispetto a quelle note
in precedenza: le chiamiamo asistemiche. Esse non seguono leggi
di causa-effetto, bensì si autorganizzano come astruttura a rete
complessa , aperta su più piani e a più direzioni, attraversata
da una costante di grado zero corrispondente al nulla astratto
e vuoto con cui l'asistema è accoppiato in-Assenza.
Ogni seduta di terapia in-Assenza è luogo-contenitore (astratto
e concreto allo stesso tempo) appositamente strutturato al fine dell'immissione
nella realtà dello specifico fattore a (assente) (P. Ferrari IV
Saggio) atto a modificare gli equilibri del sistema paziente-terapeuta
- e del sistema realtà tout court - nella direzione (asistemica) in-Assenza
. La relazione terapeutica funge da catalizzatore al fine di
produrre - ad ogni seduta e nell'insieme delle sedute - un accoppiamento
il più possibile astratto e vuoto, complesso in-Assenza
(avendo assunto al suo interno il mancare di nuovo genere),
tra il sistema realtà del paziente e il livello asistemico di cui
il terapeuta è mediatore.
Ciò significa che la relazione terapeutica è relazione per distacco.
Leggiamo a pag. 83 del I Vol. dei Foglietti "La terapia
dell'assenza è quell'insieme nel quale il rapporto reciproco si forma
simultaneo (passivamente: nel senso del 'pensar cavo'), assente
e antiverso ad ogni istante non uguale (a sé) e complesso,
privo del legame consueto"
E' sottratto (ab-trahere) un legame di tipo precedente già noto:
il sistema si riorganizza attorno a un punto vuoto, mancante
nel mezzo, (assente), esso stesso sistema facendosi maggiormente
astratto e vuoto, avendo assunto la mancanza connaturata alla nuova
a-relazione complessa in-Assenza. In seguito alla cessazione
dei legami di tipo fusionale entrambi i componenti la relazione possono
accettare una privazione che è non consensualità: è ammessa la
differenza che permette il reale ascolto dell'altro attraverso
il riconoscimento della sua diversità. La terapia tenderà a produrre la
massima specificazione, ciascuno dei due componenti la relazione essendo
riconosciuto nella differenza (da sé e dall'altro) che segna il punto
di non adesione, il centro vuoto e mancante dell'arelazione
in-Assenza20
Scrive Paolo Ferrari21
: " ... la terapia ha come fine, come suo risultato, come stato principale,
il distacco, intendendo con questo concetto una relazione, l'antirelazione
tra le cose e tra persone, per la quale vige la cessazione del legame.
Tutte le cose, tutti gli uomini stanno nella relazione reciproca per
cessazione di un alcunché, non a causa della presenza di questo. C'è
assenza tra persona e persona, tra cosa e cosa, nel sistema universo
delle persone e delle cose ... ".
Nella terapia in-Assenza ciò che conta è l'azione sul profondo,
l'accoppiamento che ivi deve prodursi perché la realtà muti e si
faccia altra in-Assenza22 A tal fine occorre che il sistema psicologico
sia stato lungamente preparato in modo che non vi siano difese - o ve
ne siano meno possibili, ovvero che il sistema abbia profondamente accettato
- sul piano conscio e anche inconscio - di mutare abbandonando le tracce
di antica coazione e disponendosi a nuovi accoppiamenti-relazioni in-Assenza.
Questi potranno avvenire nella misura in cui sia maturata la nuova disposizione
assente: dove c'erano i legami inconsci precedenti si sia prodotto
un distacco tale per cui il sistema, non più da questi totalmente
ingombrato e vincolato, inizi ad essere (almeno parzialmente) libero e
in grado di seguire, cioè aver metodo (secondo l'etimologia:
metodo = andar dietro per ricercare).
"La terapia dell'assenza ha come fine la minor difesa, che è la
premessa necessaria (disposizione) acciocché il pensare in-assenza
vi s'accolga" ... "Come nell'Assenza non v'è aggressività né
difesa, così nella terapia dell'assenza, nel rapporto che s'instaura
tra terapeuta e paziente, è da formarsi un insieme in cui esista la minor
difesa. E' questa la condizione necessaria perché disposizione
s'origini, anche il sistema (ruotando) ad altro pensare si
offra23 "
La terapia in-Assenza procede per assunzioni in-mancanza.
L'accettazione del principio di realtà a scapito del soddisfacimento immediato
- ciò che Freud aveva individuato come nodo centrale dello sviluppo dell'Io
e della civiltà (Freud: Al di là del principio del piacere (1920);Il
disagio della civiltà ( ) - viene recepito nel dominio in-Assenza
come pre-condizione necessaria affinché la specie sviluppi appieno
le sue facoltà intellettive e affettive e, in particolare, l'attività
pensante che le è caratteristica. Perché si sviluppino le proprietà specifiche
dell'asistema, saranno necessari, oltre al superamento dell'antico
attaccamento alla cosa determinato dalle spinte pulsionali (principio
di piacere), ulteriori passaggi in-mancanza, tali da modificare
in modo sostanziale il rapporto con la realtà, distaccandolo dalle tracce
precedenti di antica acquisizione perché altra realtà, maggiormente
aperta e libera si formi, avendo incluso a suo fondamento il nulla
astratto e vuoto di nuovo genere.
"La difficoltà di codesta terapia è che essa richiede la sottomissione
a tutta intera la realtà e (ne è la conseguenza) il perfetto distacco
da quella"24.
In-Assenza l'assunzione di realtà equivale al (perfetto) distacco:
ciò permette che il pensiero finora esistito "si faccia da parte - non
occupi lo spazio principale con la rappresentazione di sé - e in quel
vuoto, fattosi vuoto con un sol atto, sappia nascere niente
- che è la sua sanità25
'Minor difesa' è profonda assunzione di realtà. Se in psichiatria e in
psicoterapia il rapporto con la realtà è uno dei criteri con cui si valuta
la condizione di salute o malattia e si progetta la terapia (si tende
a cercare "un buon rapporto con la realtà"), se per la psicoanalisi il
principio di realtà è il principio attorno a cui si organizza e matura
l'io adulto, in-Assenza la realtà tout-court è assunta
nella condizione asistemica. (Raddoppio in-Assenza). Si
può dire che realtà si produca in-accoppiamento con l' asistema
e, simultaneamente, che occorra realtà perché vi sia accoppiamento..
Vale a dire: il rapporto è speculare nella differenza, in-Assenza e
in-realtà essendo due entità che si raddoppiano e si generano reciprocamente.
La nuova condizione arelazionale26 è aperta al riconoscimento
di ogni alterità, avendo appreso la minor difesa quale fattore
determinante ai fini del lavoro terapeutico e dell'assunzione di realtà
cui questo è vincolato.
Nel dominio in-Assenza emerge l'uguaglianza di tutti gli esseri
umani rispetto alla condizione di malattia. Poiché questa è situata a
livello di specie, la sua assunzione sovraindividuale produce uno spostamento,
un cambio di prospettiva per cui cade la discriminazione tra sano e malato
e si mostra invece una sostanziale parità: differenti solo sul piano delle
manifestazioni immediate, le due condizioni di sanità e malattia sono
in realtà simili se viste da una prospettiva che tenga conto della loro
appartenenza alla medesima specie ammalata27 (cfr. P.F., Europa,
o l'Assenza).
La ricerca circa il nuovo campo esperienziale e conoscitivo (dominio)
in-Assenza si può far risalire ai primi anni '70, nel clima di
grande fermento culturale che anche in Italia accompagnò il movimento
politico e sociale del '68, perseguendo il profondo rinnovamento della
società e delle istituzioni. In quel periodo era molto viva l'esigenza
di nuovi linguaggi che, nei diversi campi artistico, letterario, filosofico,
politico e scientifico, fossero idonei a promuovere il cambiamento. Occorrevano
diversi modelli di lettura e interpretazioni in grado di rifondare, su
nuovi valori e con criteri a maggior contenuto etico-politico, le basi
della società. L'elaborazione teorica e la pratica della medicina, della
psichiatria e della psicoanalisi furono investite dal processo critico
di rinnovamento, vennero ridiscussi i concetti di sanità e di malattia,
il valore dei diversi modelli terapeutici e il ruolo degli operatori sanitari,
considerati, oltre che per il loro significato tecnico, per quello socio-politico
all'interno delle logiche di potere agenti nella società (Foucault, Basaglia,
Laing, Oury).
Il primo nucleo di quella che poi sarebbe diventata la ricerca in-Assenza
si costituì attorno all'associazione Centro Studi e Ricerche
in Psicologia clinica -Psicoterapia di Attivazione - fondata a Milano
nel 1973 con sede in c.so Venezia 26. Raccoglieva un gruppo di ricercatori
dell'Istituto di Psicologia dell'Università di Milano, tra cui Paolo Ferrari,
attuale direttore del Centro Studi Assenza di Via Stromboli e fondatore
dell'omonima Associazione. Lavoravano attorno alla schizofrenia
intesa come modello di cambiamento della società e del singolo
individuo, avendo come scopo - come si legge nell'art. 3 dello Statuto
di quella prima associazione -:"... l'approfondimento delle implicanze
antropologiche, psicoterapeutiche e sociopolitiche dell'attivazione
dell'uomo intesa come trasformazione del mondo dello schizofrenico
attraverso i vissuti della disgregazione attiva".
Secondo il nuovo procedimento teorico-clinico dell'attivazione,
era possibile portare all'estremo e in profondità la disgregazione (=
schizofrenia) del sistema e, attraverso il vissuto della nascita -
opportunamente guidato dal terapeuta - utilizzarla quale motore di trasformazione
del sistema (attivazione) atto a produrne l'uscita da se (e dalla
iniziale condizione di malattia). In particolare, il procedimento di attivazione
consentiva, attraverso il vissuto profondo della disgregazione attiva,
nell'unità cosciente di sé con sé e con tutta la realtà) il superamento
dei processi di frammentazione equivalenti a morte schizofrenica
(= morte in eccesso concreta = thanatos)presenti in ogni patologia
e - come diremmo oggi nel Dominio in-assenza - connessi alla malattia
di specie, verso una condizione di modificato equilibrio vita-morte.
nella direzione di una diminuzione di mors concreta equivalente
a maggior sanità. Da questo punto di vista l'entità clinica chiamata
schizofrenia è pensabile come condizione in cui la malattia della specie
ha perso le consuete compensazioni e viene allo scoperto, essendo più
facilmente leggibile lo stato di mors concreta tuttora presente
in Homo s. , dati i suoi vincoli non ancora risolti con l'animale
da cui proviene e di cui conserva le antiche modalità pulsionali di legame
con l'oggetto concreto.
Nell'asistema in-assenza potrebbe sembrare inattuale parlare di
malattia mentale o psicologica, essendo queste categorie che rimandano
a un ambito individuale, a un soggetto ancora al centro dell'osservazione,
mentre (in-assenza ) si è operato uno spostamento, decentrato il
soggetto che si trova coinvolto in una condizione di malattia considerata
invece come specie-specifica.
La nozione di sanità in-Assenza28
emerge, all'interno dell'attuale
processo di globalizzazione - smaterializzazione della realtà, quale nuova
condizione del vivere e del pensare di Homo s., meno povera
e fissa rispetto alla precedente, magggiormente idonea all'astrazione
e all'accoppiamento complesso (e assente) con un sistema realtà in
via di trasformazione. Dati anche i continui processi di costruzione e
decostruzione - materializzazione e smaterializzazione - indotti
(così come descritto in recenti modelli etico-estetico-scientifici da
Paolo Ferrari e nei Seminari sull'Assenza29
) dall'asistema in-Assenza nella realtà, questa si fa cangiante,
non più vincolata a punti di riferimento precostituiti, aperta a più foci
e a più direzioni.
In-assenza la malattia è asistemica e di specie.
Perciò, se ancora parliamo di psiche, mente, inconscio, e, più in generale,
utilizziamo termini e concetti di provenienza psicopatologica, psicodinamica
o psicoanalitica all'interno di un'attività (psico)terapeutica diretta
al singolo individuo, tuttavia consideriamo il livello individuale come
parziale e contingente. Abbiamo presente come la condizione di malattia
origini altrove, anche al di là delle vicende storiche e individuali di
ciascuno, sovradeterminata dalle caratteristiche della specie e probabilmente
plurideterminata secondo la complessità dell'asistema.
In-Assenza la terapia ha come oggetto il campo psicologico solo
strumentalmente e sul piano dell'evidenza immediata: essa è in realtà
orientata alla maturazione di un livello asistemico arelazionale (in-assenza)
che comprende anche il piano psicologico, essendo tuttavia di maggiore
complessità e astrazione rispetto a questo.
La terapia in-Assenza, data la sua matrice asistemica, e la
lettura complessa della realtà che ne deriva, secondo una logica
inclusiva (cfr. Principio di Inclusione) piuttosto
che di tipo causa-effetto, non tende a normalizzare (reprimere) tout-court
sintomi o comportamenti, secondo un prestabilito modello di normalità.
Essa ha invece come obbiettivo il cambio di livello del sistema(-paziente),
cioè la sua sanità attraverso una variazione qualitativa
in direzione del maggior grado possibile di distacco, insieme
con l'espressione della massima complessità.
Si tratta di un distacco che, come abbiamo detto, avviatosi alla
nascita con la prima separazione del bambino dalla madre (vedere II
Saggio sull'Assenza), successivamente si compie attraverso numerose
rielaborazioni fino a comprendere il venir meno di una serie di
attaccamenti, non solo alla propria immagine di sé o alla propria identità,
ma anche alla realtà tout-court, come sistema già dato, esterno al soggetto
e da questo separato. Nella nuova interazione-attività che viene a costituire,
il soggetto (non più 'soggetto' ma apersona in-Assenza30
) si predispone ad essere
attore-costruttore di realtà, generatore in-Assenza di nuovi
stadi di realtà caratterizzati da un "parametro costante - costante
in-A che è pari al grado zero o grado (pari a) nulla
in-Assenza (in-differenza da sé) incline a dematerializzare-dematerializzarsi
(prodursi in-differenza)" ... (Paolo Ferrari - Progetto di città
(del III Millennio) in-Raddoppio Assente: dematerializzazioni e rimaterializzazioni
in-Assenza).
Secondo i nuovi modelli etici in-Assenza esiste una particolare
trasformazione-interazione con la dematerializzazione dell'oggetto
concreto: "la mente (e il corpo) avranno la tendenza a recepire ed elaborare
l'oggetto in un particolare stato: esso sarà colto, pensato e vissuto
nella differenza da sé (in-differenza astratta). L'oggetto sarà
esperito ed elaborato non come ente materiale da astrarre in un momento
successivo, ma come ente già simultaneamente astratto (tratto da sé):
oggetto vuoto (privo d'ingombro e ricco di alta conduttività),
strettamente relazionato con il pensiero che lo pensa, alla cui base (in-divenire
ulteriore) sta la costante in-A" ... (Paolo Ferrari - idem).
In relazione alla nuova condizione di sanità in-Assenza (e al cambio
di livello sistemico che questa richiede e che noi abbiamo posto al centro
dell'intero progetto terapeutico), ci interessa rilevare come Homo
sapiens nella sua condizione evolutiva verso Homo Abstractus31
mostri una propensione verso i nuovi processi che abbiamo chiamato etici
(in-Assenza). Questi coinvolgono il soggetto in una particolare reciprocità
terapeutica con la realtà (=costruttore-generatore di spazio-tempo
terapeutico in-Assenza e al tempo stesso fruitore di tale nuova generazione).
I soggetti in tale condizione "saranno pertanto soggetti in-trasformazione
(ulteriore): soggetti pronti, data la nuova condizione somatomentale
cui appartengono - secondo la trasformazione Homo abstractus
- , a veicolare l'intera quantità di informazioni, a più direzioni,
a più foci, quali in parte sono già quelli della odierna fase mentale-tecnologica,
in uno spazio-tempo vieppiù complesso che coordina il sistema >
asistema, liberando l'oggetto-cosa-mondo dalla sua identificazione
reiterativa che è vincolata alla fissità speculare di sé (l'oggetto diviene
equivalente al nulla astratto) ... " (Paolo Ferrari - Progetto di città
op. cit.).
NOTE:
1 V.
P.Ferrari, II Lettera-saggio sull'Assenza: il distacco (l'oggetto astratto),
la mente e la cura e III Saggio sull'Assenza: un approccio non noto alla
differenza dal ciclo di vita e di morte consueto in: P.F., Le Lezioni
dell'Assenza. Le vie (assenti) del nuovo pensare, ed. Campanotto, Pasian
di Prato (UD), 1994.
2 V. nota 1.
3 Astrarre qui
ha il senso di 'scavare', fare più assente e vuoto , meno occupato da
cosa.
4 V. P.Ferrari,
Seminari '97-'98: Il Sistema sui margini dell'Assenza (A-sistema in Assenza):
Studio sull'oggetto reale assente (oggetto in-Assenza), in: www.in-absence.org/seminari
5 V. P.Ferrari,
IV Saggio sull'Assenza: alle soglie del 2000 il progetto radicale scienza
dell'evoluzione, musica e fattore Assenza, in: Zeta News, XVII,41-42,
ed. Campanotto, Pasian di Prato (UD); e in www.in-absence.org/scienza
6 V. P.Ferrari,
II Lettera saggio sull'Assenza in op.cit.
7 V. P.Ferrari,
Seminari '98-'99: Perdita di mondo ed emergenza del nulla astratto (in-Assenza),
in: www.in-absence.org/seminari
8 V. I Raddoppi
in-Assenza di Paolo Ferrari. Installazione-Raddoppio (dematerializzante)
in-Assenza. Valenza, 1998-2003, ed. Skira, Milano, 1998.
9 V. P. Ferrari,
I e III Saggio sull'Assenza in: op.cit.
10 V. nota 6
e nota 8.
11 V. P.Ferrari,
La post-evoluzione: Homo abstractus in Zeta News, XVII, 39-40, ed. Campanotto,
Pasian di Prato (UD), 1996.
12 V. P.Ferrari,
Lettera-saggio sull'Assenza, la realtà e la nuova scienza; e III Saggio
(v. nota 1) in: op.cit.
13 Il nuovo
paradigma della complessità segna la fine del riduzionismo che per secoli
ha caratterizzato il metodo scientifico. Poichè "introduce l'incertezza"
nello studio della realtà, esso sembra adatto a coglierne l'attuale condizione
in mutamento. (E.Morin, Introduzione al pensiero complesso; M.Bocchi e
M.Cerutti, La sfida della complessità).
14 " Un sistema
complesso adattativo (SCA) è un sistema aperto, formato da numerosi elementi
che interagiscono fra loro in modo non lineare che costituiscono una entità
unica, organizzata e dinamica, capace di evolvere e di adattarsi all'ambiente".
(A.Gandolfi, Formicai, imperi, cervelli. Introduzione alla scienza della
complessità).
15 Già all'inizio
degli anni '80 Deleuze e Guattari avevano scritto di un sistema di realtà
privato del centro, un mondo proliferante al di là di ogni schema codificato
o pretesa riduttiva del signifi- cato oltre ogni tentativo di individualizzazione.
Un reale non più rappresentabile attraverso riduzioni perchè costituito
da molteplicità proliferanti e deterritorializzate, di fronte al quale
essi avevano individuato l'esigenza di un nuovo metodo di conoscenza -
il rizoma. Questo sembrava adeguato per un mondo visto come "punto di
intersezione aleatoria e mutevole tra le proiezioni di derive esistenziali
innumerevoli ..." e ne proponeva la conoscenza attraverso l'applicazione
di principi quali la Connessione dell'eterogeneo, la Molteplicità, la
Rottura asignificante. Una teoria delle molteplicità, dove "il molteplice
passa nello stadio del sostantivo. ... Le molteplicità superano le distinzioni
della coscienza e dell'inconscio, della natura e della storia, del corpo
e dell'anima ... sono la realtà stessa e non presuppongono alcuna unità,
non entrano in alcuna totalità più di quanto non rinviino a un soggetto".(C.Deleuze,
G.Guattari, Millepiani, vol.I,Rizoma)
16 Secondo P.Levy
è in corso una virtualizzazione che fa parte del processo di ominazione.
Già in passato si sarebbero avuti successivi passaggi 'virtuali' che hanno
dato origine al linguaggio, alla tecnica, al contratto sociale. Levy considera
il virtuale - a partire dalla sua etimologia da vis (forza) e anche da
vir (uomo) - come un altro modo dell'essere; eterogenesi dell'umano che
ne muta le coordinate spazio-temporali, non più fisse ma ogni volta ridiscusse
secondo una deterritorializzazione che è anche una tendenza alla 'nopartenenza'
costitutiva di una nuova collettività, la collettività virtuale (P.Levy,
Il virtuale).
17 Secondo
S.Hawking (Nigel Farndale, Viaggio nel futuro con Hawking, intervista
a La repubblica del 6/1/00) "la specie umana ha bisogno di migliorare
le proprie qualità mentali e fisiche, se avrà intorno a sé un mondo sempre
più complesso e dovrà affrontare nuove sfide ...Abbiamo anche bisogno
di sviluppare una maggiore complessità, se vogliamo che i sistemi biologici
continuino a rimanere in vantaggio rispetto a quelli elettronici...Al
momento i computer sono superiori dal punto di vista della velocità, ma
non mostrano alcun segno di intelligenza ... Ma la velocità e la complessità
dei computer raddoppia ogni 18 mesi, e probabilmente auesto processo proseguirà
finchè i computer avranno una complessità simile a quella del cervello
umano". Di fronte all'urgente necessità di un corrispondente sviluppo
del cervello umano, tale da produrre una complessità sufficiente, Hawking
giunge a pensare in quell'intervista a una nascita umana extracorporea,
in grado di consentire un abnorme sviluppo delle dimensioni del cervello
di Homo s. secondo la logica per cui un aumento di dimensioni del cervello
attraverso l'ingegneria genetica corrisponderebbe a un aumento di complessità
delle sue funzioni. (Anche se cio' non garantirebbe invece un aumento
di velocità, data una certa relativa lentezza dei messaggi chimici responsabili
dell'attività mentale, tendente ad aumentare con l'aumento della complessità).
18 V. nota 7.
19 V. P.Ferrari,
Seminari 1991-2000 in op.cit. e in: www.in-absence.org/seminari; e Introduzione
ai Seminari 1999-2000 in: www.in-absence.org/seminari
20 V. P.Ferrari,
Europa, o l'Assenza, ed. Campanotto (UD), 1994.
21 V. il 'Principio
di Inclusione' in: P.Ferrari, IV Saggio (v. nota 4).
22 V. il concetto
di 'malattia della specie' in: P.Ferrari, III Saggio in op.cit.
23 Nel dominio
in-Assenza - secondo il modello asistemico - si presume che il campo psicologico
(e psichico) non esaurisca in sé la complessità delle relazioni interne
all'asistema. Esso è uno dei possibili livelli di organizzazione (sottounità)
dell'insieme: altri ne possono essere descritti a partire dal riconoscimento
di una loro intrinseca differenza, qui indicata dalla a di a-psicologico.
24 V. P. Ferrari,
Aforismi sulla cessazione e il pensare, n.43, in: www. in-absence.org/scienza
25 Secondo
la concezione lacaniana il soggetto si costituisce nella sua singolarità
soltanto per via del suo inserimento nell'ordine simbolico che governa
il mondo umano, sia che si tratti del linguaggio o del simbolismo socio-culturale.
Come scrive A.Riflet-Lemaire in Introduzione a Jacques Lacan: "La relazione
duale primaria del bambino col suo simile - sia che si tratti di un altro
bambino, della sua immagine riflessa dallo specchio o della madre - non
dà al fanciullo la sua soggettività. ... Il bambino vede nell'altro, nell'immagine
dello specchio o nella madre, nient'altro che un essere simile a lui,
col quale si confonde e si identifica". Per Lacan il problema della simbolizzazione
si situa nel passaggio dall'opposizione duale - registro dell'immaginario
- alla relazione a tre con l'intervento del terzo termine, quello mediano.
L'avvento dell'ordine simbolico infatti presuppone sempre la rottura della
continuità iiziale (rapporti duali dove l'uno è l'altro e viceversa).
Cio' equivale a dire che con la risoluzione dell'Edipo, attraverso la
castrazione simbolica, si produce l'accesso all'ordine del simbolo, della
cultura e della società. Qui, secondo la prospettiva in-Assenza, tenendo
conto della nozione lacaniana, "accesso al simbolico" è usato in un'accezione
più generale. Sta a indicare un cambio di livello del sistema verso una
condizione a > capacità di astrazione (= abstracto) che consenta - attraverso
un venir meno = decremento di mors concreta - a un tempo l'oggettivazione
del reale e il riconoscimento di un oggetto esterno differente da sé,
e dunque lo sviluppo di processi di pensiero a maggior complessità rispetto
a una condizione precedente più indifferenziata.
26 V. op.cit.
27 "Il principio
di realtà è uno dei due principi che regolano secondo Freud il funzionamento
mentale. Esso forma una coppia col principio di piacere e modifica quest'ultimo:
nella misura in cui esso riesce a imporsi come principio regolatore, la
ricerca del soddisfacimento non si effettua più per le vie più brevi,
ma passa per vie indirette e rinvia il suo risultato in funzione delle
condizioni imposte dal mondo esterno". (Da Laplanche e Pontalis,Enciclopedia
della psicoanalisi).
28 " ... il
collegarsi di un'idea con la realizzazione corrispondente produce una
nozione. Ne discende che le nozioni sono obbligatoriamente connesse con
un'esperienza di soddisfacimento. Delimitero' invece l'accezione del termine
'pensiero' al congiungersi di un'idea con una fustrazione. Il modello
di cui mi servo per illustrare tale equazione è costituito dal neonato
il cui presentimento del seno entra in rapporto con una realizzazione
di indisponibilità di un seno gratificante. Questo tipo di congiungimento
viene percepito come "non seno" - un'assenza di seno dentro di sè. Il
passo successivo dipenderà da quanto il neonato ècapace di sopportare
lo stato di frustrazione ... Se la sua capacità di sopportare la frustrazione
è sufficiente, il "non seno" interno diventa pensiero. Questo pensiero
mette a sua volta in azione un processo - la facoltà di pensare." (W.Bion,
Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico). 29 " ... il termine
funzione alfa corrisponde a una variabile incognita che va usata per venire
incontro alla nacessità di creare un sistema di astrazione appropriato
alle esigenze della psicoanalisi. ... Ai fini dell'indagine analitica
è opportuno ipotizzare che la genesi di ogni astrazione sia un fattore
appartenente alla funzione alfa."(W.Bion, Apprendere dall'esperienza).
"La funzione alfa opera sulle sensazioni e sulle emozioni dell'esperienza
immediata per produrre elementi alfa o ricordi che possono essere immagazzinati
ed usati sia come pensieri del sogno che come pensieri della veglia. Tuttavia,
se la funzione alfa è disturbata e non puo' operare, le impressioni sensoriali
e le emozioni dell'esperienza immediata non vengono trasformate, o digerite,
in ricordi. Esse rimangono nella mente come fatti indigeriti che Bion
chiama elementi beta. Questi non possono essere usati per pensare perchè
non assomigliano a "pensieri", ma piuttosto a "cose in sè" da manifestare
e sono suscettibili soltanto di tentativi di evacuazione attraverso le
identificazioni proiettive e l'acting-out. " ... (Tramite la funzione
alfa) l'esperienza rozza e immediata è trasformata in qualcosa di utilizzabile
per pensare." (H.Guntrip in: W.Bion, Apprendere dall'esperienza).
30 V. P.Ferrari,
Il libro dell'universo assente. Un trattato teologico-scientifico, vol.II,
pag.87 in: www.in-absence.org/scienza (in preparazione).
31 V. P.Ferrari,
op.cit., pag92.
32 V. nota 5.
33 V. P.Ferrari,
op.cit., vol.I, pag.83.
34 V. P.Ferrari,
Seminario 20/1/2000: Il paesaggio d'un mondo nuovo come emergenza d'un
nulla (virtuoso, virtuale) costantemente rimodellato in-Assenza in: www.in-absence.org/seminari
35 V. P.Ferrari,
op.cit., vol.I, pag.68.
36 V. P.Ferrari,
op.cit., vol.IV, pag.70.
37 V. P.Ferrari,
op.cit., vol.I, pag. 87-88. 38 V. P.Ferrari, op.cit., vol.I, pag.130.
39 V. P.Ferrari,op.cit.,
vol.I, pag.165.
40 Si intende
una particolare forma di relazione per distacco chiamata arelazione per
indicarne con la a iniziale l'appartenenza alla differenza propria dell'
asistema (in-assenza), in accordo con il Principio di inclusione (V. P.Ferrari,
Saggi sull'Assenza, in: op.cit.).
41 V. P.Ferrari,
Europa, o l'Assenza. Poema in soccorso di vita e morte, di veglia e sonno
in ecceso e non coscienti dell'umana specie tanto immatura e cosi' poco
felice (op.cit.).
42 Alcune considerazioni
circa il concetto di malattia possono essere utili per situare nell'attuale
contesto storico e socio-politico il tema della sanità e dellaqualità
della vita in-Assenza.Il termine malattia mantale ha origine col positivismo,
come conseguenza della separazione illuministica prodottasi tra ragione
e sragione da cui ebbe inizio la psichiatria. Il suo significato è stato
esplorato in molteplici direzioni, in particolare nell'ultimo secolo,
che ha visto la nascita della psicoanalisi e l'avvio dell'esplorazione
dell'inconscio, e anche, parallelamente, l'acquisizione di una conoscenza
sempre più dettagliata della struttura e del funzionamento del cervello,
attraverso l'espansione di nuove tecnologie, l'origine delle neuroscienze
e lo sviluppo della biochimica molecolare del sistema nervoso e della
neuropsicofarmacologia. Inoltre, nel corso degli ultimi decenni, con l'opera
di pensatori quali Foucaul e Basaglia, il senso e l'esistenza della malattia
mentale sono stati ripensati in relazione alla struttura della società,
al contesto socio-politico e alle logiche di potere a questo sottese.
A distanza di decenni, le loro tesi mantengono un valore storico ed etico-sociale
quali punti focali da cui prese avvio un dibattito culturale e politico
che ha poi portato al ripensamento critico e all'evoluzione, sul piano
teorico come su quello politico-sociale, del concetto di malattia mentale
e della realtà clinica e socioeconomica corrispondente. Secondo Foucault
la malattia esiste unicamente come entità filosofico-discorsiva, all'interno
di un determinato 'discorso' che la produce (M.F., Nascita della clinica
e Storia della follia nell'età classica). In Malattia mentale e psicologia
egli ha scritto che il termine 'malattia mentale' nasce con il positivismo,
da un'esclusione: nello "sguardo che esclude" la follia identificandola
con la malattia (psicologica) si perde quella condizione per cui in precedenza
la natura era stata "in rapporto costitutivo e originario" con la follia.
Il termine malattia mentale per Foucault non indica altro che "la follia
alienata in quella psicologia che la follia stessa ha reso possibile ...
uno sguardo che si costituisce grazie all'esclusione della follia". Per
Foucault, l'oblio psicologico della follia è totale, come è totale la
riduzione dell'uomo a Homo Psicologicus, oggetto di un sapere autoreferenziale;
la scomparsa di quella alterità folle (v. etimologia da Foucault) che
trapelava ancora fino alla metà del secolo scorso (Foucault, Storia della
follia) e attraverso la quale l'uomo era ancora in grado di mantenere
uno sguardo su quella dimensione negativa che ne fondava la libertà, è
ora definitiva. L'uomo del nostro secolo si trova percio' a vivere, in
virtù di un sapere positivo incapace di guardare la follia, separato dall'essenza
della propria libertà. (v. a questo proposito la nozione di 'libertà'
nel dominio in-Assenza : programma Seminari 1999-2000, in: www.in-absence.org/seminari).
L'esclusione preliminare e anticipata della follia porta con sé non solo
l'impossibilità per la psicologia di dominare la follia stessa, ma anche
il peso della sua rimozione. (Foucault sostiene che se si spingesse fino
alle proprie radici, la psicologia della follia non raggiungerebbe il
controllo della malattia mentale, e quindi la possibilità di eliminarla,
ma la distruzione della psicologia stessa: riporterebbe alla luce il rapporto
essenziale, "non psicologico perchè irriducibile alla morale" tra ragione
e sragione). Secondo Basaglia la malattia si costruisce e si esprime sempre
a immagine delle misure che si adottano per affrontarla (F.Basaglia, Ideologia
e pratica in tema di salute mentale, in: Scritti, vol.II). Inoltre egli
pensava che l'istituzione manicomiale avesse una sua ben esplicita "funzione
politico-sociale nel controllo delle marginalità appartenenti alla classe
subalterna". In particolare, Basaglia evidenzio' la contraddizione cura-custodia
implicita nel sistema manicomiale e ne l'Istituzione negata esplicito'
la crisi ormai in atto nella psichiatria come 'istituzione' e come 'sapere'.
"In un medesimo atto di denuncia vennero coinvolti, nelle loro reciproche
connessioni, da un lato lo spazio concreto dell'internamento del malato
di mente, dall'altro la funzione di un sapere astratto che, pur costruito
sul modello di terapie mediche, fin dalle sue origini era intimamente
legato al compromesso con i problemi dell'ordine pubblico e del controlo
della devianza".(F.Basaglia, Il circuito del controllo, in: Scritti, vol.
II). Egli si occupo' inoltre in modo particolare del significato politico
del lavoro psichiatrico e del "mandato sociale del tecnico", svelando
quest'ultimo come "atto di separazione e di sequestro di problemi e conflitti
sociali". Sostenne "la presa di coscienza della non obbiettività del sapere
scientifico" denunciandone "la complicità con l'ideologia dominante".
Fu a partire da questo intreccio, "binomio inscindibile tra sapere e potere",
che si potè affermare la politicità diretta del lavoro nell'istituzione
non solo come denuncia ma come "pratica di apertura di nuove aree del
conflitto". Scrive Basaglia: "La psichiatria critica dei propri strumenti
e del loro uso divenne critica della psichiatria stessa e tentativo pratico
di rompere con la sua funzione all'interno del gioco sociale". E ancora:
"La distruzione dell'ospedale psichiatrico venne allora a rappresentare
la rottura del cuore stesso del meccanismo con cui nel mondo della salute
si fabbrica la diversità come "inferiorità" e si preformano le risposte
per invalidarne l'esistenza. Da qui la scelta di una pratica fondata fin
dall'inizio sulla rottura di tutti i meccanismi istituzionali che potevano
continuare a riprodurre la separazione e il sequestro della vita sociale
di chi veniva a contatto con l'istituzione, fosse già internato o nuovo
utente.eivo prioritario dei primi atti della trasformazione istituzionale
diviene cosi' la ricostruzione della persona e della sua identità sociale:
spezzare tutte le norme che regolamentavano la dipendenza personale dell'internato;
ricostruire concretamente la sua identità di persona giuridica; recuperare
le risorse economiche indispensabili a una sua collocazione nel circuito
degli scambi sociali; porre le basi, irreversibili, del suo essere membro
del corpo sociale. In altre parole, sostituire al rapporto di tutela un
rapporto di contratto (F.Basaglia, Il circuito del controllo , in: Scritti,
vol. II).
43 V. P.Ferrari,
Seminario 16/12/1999: Modelli etici (e scientifico-estetici) in-Assenza
nell'oltrepassamento del secolo, in: www.in-absence.org/seminari
44 V. il Principio
di inclusione in: P.Ferrari, II e IV Saggio, op.cit.
45 V. nota 1.
46 Per il concetto
di apersona v. P.Ferrari, Considerazioni generali sulle a-persone e sulla
in-azione scenica, in: P.F., Astratta Commedia, ed Campanotto, Pasian
di Prato (UD), I998.
47 V. P.Ferrari,
Progetto di città (del III millennio) in-Raddoppio assente: dematerializzazioni
e rimaterializzazioni in-Assenza, in: www.in-absence.org/
48 V. nota 47.
49 Si tratta
di una condizione a maggiore capacità di astrazione e complessità in-Assenza
caratterizzata dal venir meno del legame coattivo con l'oggetto-cosa concreta.
Questo in Homo sapiens è invece ancora espressione dell'eccessiva presenza
dei sistemi sensoriali e percettivi di vecchia origine animale (P.F.,
III e IV Saggio sull'Assenza, in op.cit.).
50 V. nota 47.
Bibliografia
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Vol. I e II, ed. Einaudi, To, 1982
2) F. Basaglia - L'istituzione negata, Einaudi,
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- ed. Armando, Roma, 1970
6) M. Bocchi e M. Cerutti (a cura di) -La sfida della complessità -
ed. Feltrinelli, Mi, 1985
7) G. Deleuze e F. Guattari - L'antiedipo - ed. Einaudi,
To, 1975
8) G. Deleuze e F. Guattari - Millepiani - Vol. I, Rizoma,
To, 1975
9) Esterson - Normalità e follia nella famiglia
Einaudi, To
10) N. Farndale - Viaggio nel futuro con Hawking -
intervista a la Repubblica 6/1/2000
11) P. Ferrari - Paolo e il suo compagno senza morte
- ed. Apollinaire, Milano, 1978
12) P. Ferrari - Europa, o l'Assenza, ed. Campanotto,
Pasian di Prato (UD), 1994
13) P. Ferrari - Le lezioni dell'Assenza. Le vie (assenti)
del nuovo pensare - ed. Campanotto, Pasian
di Prato (UD), 1994
14) P. Ferrari - Astratta Commedia. La morte misteriosa,
la strana vita di A, (A-)persona assente -
ed. Campanotto, Pasian di Prato (UD), 1998
15) I Raddoppi in-Assenza di P. Ferrari. Installazione-Raddoppio (dematerializzante)
in-Assenza. Valenza, 1998-2003 - ed. Skira,
Milano, 1998
16) P. Ferrari - IV Saggio sull'Assenza. Alle soglie
del 2000 il progetto radicale scienza (dell'evoluzione),
musica e fattore assenza in Zeta News Rivista
internazionale di poesia e ricerca - anno XVII
N. 41/42 - ed. Campanotto, Pasian di Prato (UD),
1966
17) P. Ferrari - La post-evoluzione: Homo Abstractus,
in Zeta News, Rivista internaz. di poesia e ricerche,
anno XVII N. 39/40, ed. Campanotto, Pasian
di Prato (UD), 1996
18) M. Foucault - Storia della follia nell'età classica
- ed. Rizzoli, Mi, 1976
19) M. Foucault - Nascita della clinica, ed. Einaudi,
To, 1969
20) M. Foucault - Malattia mentale e psicologica -
ed. R. Cortina, Milano, 1997
21) S. Freud - Il disagio della civiltà, in Opere
- Vol. ed. Boringhieri, To,
22) S. Freud - Al di là del principio di piacere,
in Opere - ed. Boringhieri, To,
23) A. Gandolfi - Formicai, imperi, cervelli. Introduzione
alla scienza della complessità - ed. Bollati
Boringhieri - ed. Casagrande - Bellinzona (CH)
1999
24) M. Klein - Scritti - ed. Boringhieri, To, 1978
25) J. Lacan
26) R. Laing - Io diviso - ed. Einaudi, To,
27) J. Laplanche - J. B. Pontalis - Enciclopedia della psicoanalisi,
ed. Laterza, Bari, 1993
28) P. Levy - Il virtuale - ed. R. Cortina, Milano,
1997
29) E. Morin - Introduzione al pensiero complesso,
ed. Sperling e Kupfer, Milano, 1993
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