LA MUSICA DELL'ASSENZA DI PAOLO FERRARI

  Il tempo (atto astratto) dell'estinzione (astratta) nella musica dell'Assenza

 

La Musica dell'Assenza è musica sistemica (in assenza): ogni nota, ogni accordo, ogni frase, ovvero la composizione intera debbono essere pensati ed eseguiti secondo una concezione unitaria, per cui ad ogni elemento corrisponde un altro, lo determina e ne è a sua volta determinato. E' inserito in una dimensione del tempo peculiare, detto tempo dell'estinzione. Ciò significa che ogni singola cellula della composizione nel momento stesso in cui risuona - si mostra all'evidenza - è idonea nel medesimo tempo all'estinguersi (astratto) all'istante (simultaneamente è il mostrarsi del fenomeno e il suo essere finito).
L'interprete dovrà tener presente durante tutta la fase dell'esecuzione che il suono, simultaneamente all'esistere e al porsi, sparisce disegnando in siffatto luogo della sparizione-estinzione uno spazio che è 'vuoto di suono'. Siffatti vuoti costituiscono le cellule di anti suono, il cui intrecciarsi dà luogo al senso fondamentale dell'intera composizione, senso che, pertanto, sottende all'evidenza (dei suoni e delle loro relazioni). L'esecutore deve apprendere che in ogni cellula sonora nella Musica dell'Assenza - musica astratta -, oltre alla durata temporale ad essa assegnata dalla scrittura notazionale evidente, è implicato un tempo non evidente, detto tempo dell'estinzione, per il quale i suoni e la correlazione tra essi hanno una durata legata al modo del finire, del terminare, dell'estinguersi del suono medesimo (in astratto).
Ogni elemento della composizione è nella relazione con l'altro e con tutti gli altri in un modo per cui il singolo evento si relaziona con gli altri nel momento stesso in cui esso si estingue (è vuoto). L'estinzione del singolo evento sonoro definisce il campo e lo sottrae a una relazione imperfetta, per la quale solitamente gli eventi (sonori) si correlano (imperfettamente) non finiti. Non in quanto finiti.
Il tipo di correlazione che si attua per suoni e per rapporti tra suoni finiti è chiamata correlazione per assenza o per distacco.
Data tale correlazione il suono - di nuova capacità percettiva e d'elaborazione - mostra la proprietà dello spegnersi della sua vibrazione evidente; con l'attuarsi del suo venir meno si realizza il legame significativo con l'altro e con tutti gli altri eventi (sonori e non) in assenza.
L'interprete dovrà fare in modo che i suoni - la nota, l'accordo, la frase musicale - si mostrino secondo una proprietà peculiare che è quella dell'assentarsi - venir meno - nel momento stesso in cui essi incominciano a manifestarsi - affermarsi - tramite la proprietà vibratoria.
L'interprete entrerà nella relazione (assente) con la musica che deve eseguire in un rapporto nel quale è anche distaccato: per ciascun suono - cellula, frase o struttura musicale - esistendo un legame (assente) con il successivo e con l'intera composizione, è implicato sia il contatto (assente) (la vicinanza) sia la differenza (il distacco): non deve prodursi fusione tra i diversi componenti. Ogni componente è definito in se medesimo (concluso e attuato) simultaneamente al farsi dell'intero campo musicale.