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LA A-SCIENZA E TEOREMI IN-ASSENZA

Lettera-saggio
(Aprile 1993)

II Lettera-saggio
(Ottobre 1993)

III Saggio
sull'Assenza

(Febbraio 1994)

Interludio
dell'Assenza

(Aprile 1994)

Sunto
del IV Saggio
di Luciano Eletti

Aggiorna-menti dell'Assenza
a cura dei ricercatori del Centro Studi Assenza

 

 

Gli aggiornamenti dell'Assenza

a cura dell'équipe del Centro Studi Assenza, Milano
coordinata dal dott. Paolo Ferrari

Nei numeri precedenti di Zeta sono stati pubblicati un servizio dal titolo Il pensare dell'Assenza ovvero dei fondamenti della scienza e delle realtà nuove e 4 Saggi di Paolo Ferrari concernenti i temi dell'Assenza.
L'autore (**) da molti anni si occupa di un nuovo livello dell'attività pensante che ha scoperto e denominato Assenza; dirige il Centro Studi Assenza di Milano, in cui svolge l'attività clinica, didattica e di ricerca insieme con un gruppo di collaboratori.
Con i diversi contributi apparsi su Zeta, tra i quali oltre ai testi citati compaiono poesie, racconti, spartiti musicali, opere pittoriche, fotografie, si è inteso proporre il pensare dell'Assenza ad un pubblico più ampio e diverso da quello composto da studenti, ricercatori e persone di varia provenienza e formazione che abitualmente frequenta il Centro Studi Assenza.
Il presente articolo prosegue il progetto degli interventi già pubblicati sulla rivista. Presentiamo - come verrà più avanti meglio specificato - "Gli aggiornamenti" che concernono alcune tra le più recenti espressioni del linguaggio dell'assenza.
Dato l'interesse che i 4 Saggi hanno costituito e tuttora costituiscono - sono ora pubblicati, pure nelle traduzioni in francese e in inglese di due di essi, in Appendice al volume Le lezioni dell'Assenza - nell'intera vicenda dell'esplicitazione del nuovo livello di realtà che la condizione dell'assenza esprime e determina, ci sembra opportuno proporne qui di seguito una sintesi che anteceda "Gli aggiornamenti".
Nella I Lettera-saggio sull'assenza, la realtà e la nuova scienza (*) viene affrontato il tema conoscitivo e scientifico connesso all'assenza e viene formulato con il "Principio d'Inclusione (di realtà)" un assunto atto a descrivere le complesse interazioni che si producono nell'ambito della realtà nota con l'introduzione del livello dell'assenza.
Un secondo tema basilare nel sistema dell'assenza è trattato nel II Saggio pubblicato su Zeta II Lettera-saggio sull'assenza: il distacco (l'oggetto astratto), la mente e la cura (*). Il distacco viene considerato a livello individuale e psicologico come condizione indispensabile per consentire la risoluzione del primitivo rapporto madre-figlio e insieme con essa lo sviluppo nel bambino delle capacità affettive e intellettive e la formazione dei processi superiori di astrazione. Sul piano della nuova attività del pensare il distacco è considerato come capacità fondamentale, punto di passaggio che segna la differenza per cui si apre il campo dell'assenza; oltre l'ambito individuale esso è "distacco di specie", passo in assenza con cui la specie possa porre la propria differenza dalle condizioni evolutive precedenti e così procedere verso la cura di quella che nel testo si definisce essere la "malattia della specie".
La principale conseguenza di tale malattia è costituita da una strutturale inadeguatezza del sistema psicobiologico umano a pensare e conseguentemente a vivere la propria morte. Il terzo Saggio sull'Assenza concerne "un approccio non noto alla differenza dal ciclo di vita e di morte consueto" (*). In esso si indagano alcuni modi secondo i quali il pensare dell'assenza si pone a differenza di quello fin qui espresso dalla specie. In particolare, viene affrontato il tema della morte, di come possa essere pensata ed esperita in un sistema diverso da quello di cui attualmente Homo sapiens sapiens è partecipe essendo "vincolato all'eterno retaggio di vita e di morte senza che altro possa accadere". L'uomo della specie homo sapiens sapiens risulta essere unicamente partecipe di quella natura e di quel genere che vogliono alimento dal ciclo della nascita e della morte: egli ha paura del nulla, come della separazione, così come di tutto ciò che sia realmente diverso da sé, dissimile da quanto finora egli stesso ha conosciuto e in sé, secondo la propria misura, ha saggiato e concepito. Occorre invece che la specie apprenda a cessare, apprenda al suo fondamento quel piano d'assenza, quel "mancare astratto di vita (e di morte)" che potrebbe essere la via interessante perché essa acquisisca un nuovo livello, non solo dell'intelligere e della coscienza, ma anche, e soprattutto, dell'affetto e del soma più assenti. Sarebbe allora possibile un nuovo progetto, completo d'una mente più astratta, sensibile e capace della differenza: essendosi estinto l'oggetto concreto, fondamento d'una specie imperfetta e incapace d'aprirsi al proprio finire, la specie potrebbe avviarsi a concepire e vivere una nuova categoria della morte, quella che nel testo è detta la "morte astratta e consapevole".
L'ultimo Saggio pubblicato, infine, dal titolo Interludio dell'Assenza. Un'infrastruttura (vuota), una via mediana d'ausilio e svelamento perché la lingua dell'Assenza nuova sia raccolta (e pensata) e, nel giusto tempo, eventualmente parlata (*) intende avviare il dibattito sulla lingua dell'assenza.
Ciò che contraddistingue ogni contributo relativo all'assenza, quale che sia il linguaggio impiegato, è il fatto che gli elementi noti e consueti del campo a cui esso appartiene (poetico, musicale, artistico, letterario o anche psicoterapeutico considerando l'attività psicoterapeutica come uno dei linguaggi in cui l'assenza viene espressa e può essere comunicata) vengono lavorati, modellati e piegati affinché siano capaci di contenere ed esprimere l'ampliamento di senso e di significato, lo svuotamento "positivo", specifici dell'Assenza.
La lingua che si produce in assenza e che si inizia ora a considerare, è una lingua "astratta-astratta" - come si dice nel saggio - capace di includere il nulla ad ogni passo, "nulla escluso". Si tratta anche del fondamento e dell'espressione d'una cultura dell'assenza, del vuoto, perché la realtà così com'è "sia sostituita da una condizione diversa, non fissa, non rigida, non riflessa da un io che non sa sentire, vedere, comprendere, e che non è pronto ad esprimere affetto astratto e concreto".
Uno dei temi adiacenti alla questione della lingua dell'assenza è quello della sua traduzione in altre lingue, di come essa possa essere portata e trasmessa in lingue diverse dall'italiano attraverso un lavoro di traduzione di cui si stanno cercando di definire le caratteristiche. I traduttori che lavorano al Centro Studi Assenza stanno occupandosi di questo tema, mentre sull'argomento si è aperto un dibattito; sono state effettuate le prime esperienze di traduzione, in francese e in inglese dei primi due Saggi, ed è iniziata la traduzione in francese del poema Europa, o l'Assenza .
Occorre ancora ricordare la musica, e in particolare la musica dell'Assenza quale luogo nel campo delle cosiddette arti nel quale si può esplicare massimamente il linguaggio dell'assenza, la lingua capace di nulla.
La musica dell'Assenza ha insito, date le nuove capacità "assenti" che si generano fra le note, fra le altezze, le intensità e le sue infinite modulazioni, pur nel breve periodo, un nuovo livello d'informazione, vuoto, senza che occorra astrarlo perché si manifesti: il livello del nulla, in cui il suono, la lingua sono altro, è gia di fatto operante e basta ascoltarlo senza opposizione. La musica dell'Assenza si sta proponendo come importante veicolo di espressione e comunicazione della nuova attività del pensare. Ultimamente sono stati prodotti 3 compact discs - le copertine dei primi due sono pubblicate su Zeta insieme con l'Interludio (*) - e altri 2 CD sono ora pronti per la pubblicazione, uno con musica strumentale e l'altro con musica e canto (La Commedia astratta per voce di donna - Atto I).
Poiché la ricerca sul piano dell'assenza è continuamente in evoluzione, dopo i precedenti interventi su Zeta si è pensato ora di proporre "Gli aggiornamenti" - quasi un analogo del Gruppo di Studio che si tiene ogni martedì sera ormai da molti anni al Centro Studi Assenza - al fine di informare il lettore e così farlo partecipe di quanto più recentemente si stia producendo nel campo dell'Assenza, sia per quanto concerne i diversi linguaggi che ne derivano, sia per quanto riguarda attività ed iniziative relative all'assenza.
In questo numero della rivista presentiamo:
- Un articolo di Luciano Eletti che relaziona sull'incontro avvenuto a dicembre al Caffe Tommaseo di Trieste in occasione della presentazione del poema Europa, o l'Assenza di Paolo Ferrari, e introduce il volume di recentissima pubblicazione Le lezioni dell'Assenza. Le vie (assenti) del nuovo pensare.
- L'opera su carta, a tecnica mista, con spartito musicale di un canto dell'assenza, che Paolo Ferrari ha realizzato per la serata al Caffè Tommaseo.
- La copertina del volume Le lezioni dell'Assenza con la riproduzione dell'opera su carta a tecnica mista appositamente realizzata da Paolo Ferrari.
- Il disegno su carta per la copertina del compact disc di prossima pubblicazione La Commedia astratta per voce di donna. Atto I. Il compact contiene il primo atto di una commedia interamente realizzata al Centro Studi Assenza con musica e canzoni dell'assenza, di Paolo Ferrari.
- Una poesia di Paolo Ferrari dal titolo Il risultato d'un giorno di visita alla terra e al cielo, e la traduzione in francese di Suzanne Delorme.
- Una poesia di Paolo Ferrari del titolo Poemetto dei miracoli. Un giorno, la piazza di Udine.
- I testi di due Canzoni dell'Assenza, scritte e musicate da Paolo Ferrari per il II atto della Commedia astratta per voce di donna.
- Il testo di una canzone di Patrizia Brighi da musicare in assenza per il II atto della Commedia astratta per voce di donna.
- Una breve nota biografica su Paolo Ferrari.
 
Susanna Verri
 
 
*
PAOLO FERRARI
 
- Il pensare dell'Assenza ovvero dei fondamenti della scienza e della realtà nuove, in "Zeta news", XIV, 19-20, gennaio 1993.
- Lettera-saggio sull'Assenza, la realtà e la nuova scienza, in "Zeta news", XIV, 21-22, aprile 1993;
 
- II Lettera-saggio sull'Assenza: il distacco (l'oggetto astratto), la mente e la cura, in "Zeta news", XIV, 23-24, settembre-ottobre 1993.
- III Saggio sull'Assenza: un approccio non noto alla differenza dal ciclo di vita e di morte consueto, in "Zeta news", XV, 25-26, gennaio-febbraio 1994.
- Interludio dell'Assenza. Una infrastruttura (vuota), una via mediana d'ausilio e svelamento perché la lingua dell'assenza nuova sia raccolta (e pensata) e, nel giusto tempo, eventualmente parlata, in "Zeta news", XV, 27-28, marzo-aprile 1994.
** Vedere
nota biografica.

VIE ASSENTI

Ospite la Società Letteraria di Trieste nella cornice dello storico Caffè Niccolò Tommaseo, il 14 dicembre scorso è stato presentato nella città giuliana il poema di Paolo Ferrari Europa, o l'Assenza, con la partecipazione dell'autore e di numerosi delegati del Centro Studi Assenza di Milano, associazione culturale sorta con lo scopo istituzionale di seguire e accompagnare gli sviluppi della ricerca ventennale sul nuovo livello del pensare, una nuova capacità di astrarre, un piano assente subliminale o sovraliminale rispetto al pensiero ordinario, di cui Europa rappresenta uno dei raggiungimenti più notevoli.
Esempio di tale attività del Centro lo stesso intervento polifonico dei delegati nelle sfere di rispettiva competenza: terapeutica (il variare dei parametri psicologici usuali nel poema "in soccorso" della specie ammalata), linguistica (la radice della lingua di Europa inserita nelle traduzioni francese e inglese), musicale (il canto possibile con l'intonazione vuota della parola), storico-culturale e teoretica (l'Assenza come superamento della crisi della cultura europea prigioniera del suo stesso accumularsi: cose e idee acquisiscono la proprietà dell'essere un'impronta del nulla). Decisiva per la riuscita della presentazione, e aspetto non secondario per la costituzione di un piano confacente al discorso, la cura amorevole dei delegati che non hanno partecipato visibilmente, ma che hanno gestito il lato organizzativo, delle registrazioni video e audio, o che hanno sostenuto con una retta presenza gli interventi dei colleghi.
La collocazione in sala di alcuni quadri di Paolo Ferrari, la musica suonata al pianoforte dallo stesso e pensata nell'istante in cui il tasto veniva toccato hanno formato nell'uditorio la percezione che il poema Europa, o l'Assenza non possa essere semplicemente posato sullo scaffale della poesia (percezione indistinta quanto si voglia, ha sospeso in taluni momenti il brusio inevitabile anche in caffè letterari), che dischiuda un mondo altro.
Nell'occasione triestina è stato fatto cenno all'imminente uscita di un volume (ora in libreria) del medesimo autore, Le lezioni dell'Assenza. Le vie (assenti) del nuovo pensare, sulla ricerca teorica sottesa al poema, indispensabile per approfondire la complessa poetica di Europa. Sono ivi raccolte le trascrizioni di ventisei lezioni sul teorema dell'Assenza tenute nei semestri 1991/92 e 1992/93 presso il Centro Studi Assenza; in Appendice sono riportati quattro saggi sullo stesso tema già pubblicati in "Zeta news" tra l'aprile 1993 e l'aprile 1994, insieme con le traduzioni in francese del primo e in inglese del secondo.
La realtà nota non è tutta la realtà: a fondamento del comportamento visibile delle cose esistono equilibri vuoti che l'immaturità della specie homo sapiens s. impedisce di cogliere. A causa di un'evoluzione bloccata, manca tuttora un reale distacco di specie dell'uomo dai primati che l'hanno preceduto. La realtà com'è data è luogo a misura di un pensiero sempre sopra la soglia dell'evidenza, ovvero dell'Essere, e ciò è ritenuto assolutamente evidente e inequivocabile. L'attività pensante è troppo rigida e chiusa, scarsamente articolata; un'eccessiva tendenza alla concretizzazione, all'implosione la minaccia a ogni passo. Occorre condurla a una nuova condizione, di più ampia complessità e astrazione, che sia anche del vivere e del morire, affinché la realtà, ora tragicamente incompleta, sia meno precaria e soffocante, acquisisca la proprietà fondamentale dell'Assenza, vasto mare vuoto in cui le cose sono mera evenienza.
Al lettore coraggioso è proposto un viaggio verso regioni del conoscere finemente razionale mai esplorate prima, additato l'ingresso nel mondo dove i processi dell'evidenza tendono a cessare, dove le cose pensate finora vengono meno sul livello zero e il nulla, non il vuoto vacuo, 'cattivo', l'unico noto all'uomo (la via "che non è" di Parmenide), diviene luogo della pienezza senza saturazione.
Assenza non è un puro procedimento della conoscenza, è una condizione del vivere vuoto il cui metodo è la relazione per distacco. L'aspetto più tragico e inavvertito della comunicazione abituale è l'essere essenzialmente aggressiva, in quanto deve dare a tutti i costi forma evidente alle cose, ingombra delle proiezioni inconsce di un io prepotente che compatta l'affettività consueta in modo tale che l'altro della relazione neppure viene riconosciuto. Per il pensiero ordinario l'altro non esiste. E' ignota la possibilità di elaborazione continua sul piano subliminale necessaria al riconoscimento. L'affettività complessa, capace di essere niente, di assentarsi, è in grado, nel distacco della relazione zero, di rapportarsi realmente, di comprendere l'altro: un'affettività razionale, né emotiva né sentimentale (pur senza esclusioni).
Considerata fino ad oggi una contraddizione in termini, l'affettività razionale si pone come elemento primario nell'intero ciclo delle lezioni, il cui discorso razionale è affettivo e in cui basilare è il riconoscimento affettivo della realtà. L'estinzione della cosità attuata nelle lezioni non è mera ideazione concettuale, si produce in realtà, genera nella persona uno stato vuoto del corpo e della mente nel quale l'attività massiccia dei meccanismi mentali e della razionalità ristretta non può agire, tace; purché l'intelletto e l'affetto del lettore si dispongano, anche in parte minima, in modo che il discorso si ponga nell'esistenza. La non esistenza si fa esistenza, l'esistenza acquista non esistenza, libertà dall'essere cosa e dall'essere uomo - quell'io determinato bisognoso di essere - dagli schemi di ogni genere presenti nell'organizzazione corporeo-psichica, dal tempo come sequenza infinita di istanti.
Per il Principio d'Inclusione di realtà (v. I e III saggio), pensare in assenza produce nella realtà attuale un farsi della realtà in assenza, l'apertura di un varco nella cosità della materia, fisica e metafisica (il concetto di albero della filosofia è solo un po' meno concreto dell'oggetto sensibile di cui sarebbe astrazione). Accompagnata dal pensare che si origina nelle lezioni, la storia, da sempre una coazione all'esistenza, procede verso un campo d'assenza, verso un salto evolutivo (l'homo abstractus) che conduce altrove, nel totalmente altro finora solo vagheggiato.

Luciano Eletti

 

PAOLO FERRARI,
- Europa, o l'Assenza. Poema in soccorso di vita e morte, di veglia e sonno in eccesso e non coscienti dell'umana specie tanto immatura e così poco felice, Udine, Campanotto Editore (Zeta Line 84, Collana di poesia), 1994, pp. 240.
 
- Le lezioni dell'Assenza. Le vie (assenti) del nuovo pensare, con la collaborazione di Susanna Verri, a cura di Anna Lafranconi, Udine, Campanotto Editore (Zeta Università 58, Saggi), 1994, pp. 336.

 

 

Paolo Ferrari

Poesie per il nuovo anno dell'Assenza

Il risultato d'un giorno di visita alla terra e al cielo

Andrei volentieri oltre il fiume, oltre il pareggiarsi
del lume attivo e silenzioso:
ormai la lama del mare e della terra
la favolosa non palese spensieratezza, scelleratezza del volo
delle anime sul pelo delle rive bagnate
degne sono del girare da mani a sera, dal verso sinistro
al lento spaurire nel calore in soma corvino e profondo:
e le dicerie del narrare e del poetare: ora il potere? E
la fiammella tremolante d'un pudibondo non dolente, né tradizionale [fuocherello,
e la regola scimmiesca di cui vincere la maniera? La merce e la somma di denari: [numerare?
La verginea, vertiginosa spada invocata entro il corpo del re,
entro la scopiazzatura di me data la giornata piena e rosata,
ohibò, sul finire, sul morire, sul generare niente
costituisco così il mutare della lucida, non opaca
sensazione di vuoto, di fine, di scabrosa non unica
tensione; non è tuttavia ribalda; è già dato l'azzurrognolo riflesso
di chi guarda e fa armonioso il mio dire: il tuo ricordare
la felice dieresi tra i due opposti altari sui lati non congrui della basilica di [campagna
così il mormorare, il motto felice con l'intenzione di conquistare la comune [categoria del bene e del male;
decisione a parte, il metter mano all'idea, il posarsi del piede,
la franchigia esplicita circa il finire attardato, rallentare
e appisolarsi in vicinanza mia nei pressi d'un sentimento
spazioso: tu e lui, risalirete e sarete già fuori, distanti dalla buccale
emozione con cui lessi e appresi
la lezione del costruire e del morire diversamente
da ciascuno di voi - in me e in noi - esseri
talvolta incompleti, talvolta immanenti e superficiali. Strattonato il vincolo,
senza sperpero di immagine
fuori della caducità malata e veritiera che fa
il lampo repentino: è stretta dal proprio riflesso l'apparenza, tentata
dall'acuto fraseggio al fine di spodestare da sé l'inganno. Non basta ancora
il compiuto giorno
non la sapiente inclusione
ma li raccolgo lo stesso e li conservo; poi me ne esproprio
senza eccessivo trabajo.

Come un ampio atto d''inclusione' e di profezia su più piani paralleli, scarni e vuoti all'iniziare del nuovo anno '95

 

Le résultat d'un jour de visite à la terre et au ciel

J'irais volontiers au-delà du fleuve, au-delà d'où s'équilibre
la lueur active et silencieuse :
dès lors la lame de la mer et de la terre
la fabuleuse non évidente insouciance, scélératesse du vol
des mes à fleur de rives baignées
sont dignes de tourner du matin au soir, de la gauche
à la lente frayeur dans la chaleur du soma noir comme un corbeau et profond :
et le verbiage des récits et des poésies : alors le pouvoir? Et
la petite flamme tremblotante d'un pudibond non dolent, ni traditionnel petit
[ feu,
et la règle simiesque dont il faut vaincre la manière? La marchandise et les
[ deniers sonnants : numéroter?
La virginale, vertigineuse épée invoquée à l'intérieur du corps du roi,
à l'intérieur de la mauvaise copie de moi vue la journée pleine et rosée,
tiens tiens! sur le finir, sur le mourir, sur l'engendrer rien
je constitue ainsi la mutation de la brillante, non opaque
sensation de vide, de fin, de tension scabreuse
non unique ; toutefois elle n'est pas fripouille ; il est déjà donné le reflet bleuté
de qui regarde et rend harmonieux mon dire : ton souvenir
de l'heureuse diérèse entre les deux autels opposés sur les c™tés non
[ proportionnés de la basilique de campagne
ainsi le murmure, l'heureuse boutade avec l'intention de conquérir la catégorie
[ commune du bien et du mal ;
toute décision écartée, mettre la main à l'idée, poser le pied,
l'octroi explicite sur le finir attardé, ralentir
et s'assoupir près de moi aux abords d'un sentiment
spacieux : lui et toi, vous remonterez et serez déjà dehors, loin de la buccale
émotion avec laquelle je lus et appris
la leon du construire et du mourir différemment
de chacun de vous - en moi et en nous - tres
parfois incomplets, parfois immanents et superficiels. Secoué le lien,
sans gaspillage d'image
hors de la caducité malade et véridique qui rend
soudain l'éclair : elle est serrée par son propre reflet l'apparence, tentée
par la phrase subtile afin d'évincer de soi le leurre. Le jour accompli
ne suffit pas encore,
ni l'inclusion savante
mais je les recueille quand mme et je les garde ; puis je m'en dessaissis
sans trabajo excessif.

 

Tel un ample acte d''inclusion' et de prophétie sur plusieurs plans parallèles, dépouillés et vides au début du nouvel an 95
(Traduzione di Chantal e Suzanne Delorme)

 

 

Poemetto dei miracoli

Un giorno, la piazza di Udine

O uomini, o mondo, o idee
di angeli e di démoni, di sgraditi
scarni - non graditi fringuelli del nuovo capoverso

o evoluzione! o specializzazione non sana, non creativa,
no, poi no, poi ullalà, ullallà, cadendo all'indietro
centravo il pieno d'una colma piazza, senza vergogna
la piazza e la città. Udine, chiarisci il mondo!

Il modello dell'evoluzione che seco mena la
stella di sera, la fuliggine del camino
spento il luogo del delirio, nato e già defunto il
Minotauro, la disgrazia ad essere il frigido
vuoto, sfiorita la carezza del giunco, del giaggiolo in
copia sul tavolo cinese, crescere men che meno
Europa, strana visione e lucida tenzone: Europa
io ti salverò. Donna di sole e di certezze,
donna di chiarezza e di idee starnazzanti
lapidarie sentenze in te, in chi si misura con
la parola, con la chiosa finale per mutar
la specie: il cervello, la limpida pregevole
distensione del camminare sul maschile inganno
fa l'ora, è d'uopo, è incuria, è stadio
del giudizio oltre il coma, oltre il sentir diurno tra le
menti che già da tempo con letizia,
con suprema esperienza lì oltre controllo e determino:
mentir del capo, vagire d'una città
fede nella carcassa di homo; di homo sapiens; di
esperienze impopolari e gioconde per loro specie.
Non per atterrire il nulla, non per concludere la vita il niente;
non la civiltà che scoppia di salute nell'Occidente; non la luna
che cresce a metà: a metà l'evoluzione, a metà il corpo
delle due città; delle due esplosioni del Big-bang
delle diversità di donna e di procacciatori di beltà
di sognatori dai sogni sfrangiati ed illuminati
perché nessuno più si lamenti, s'incarni per nulla:
il livello vita-morte; l'impossibile gioco di specie; le specie?
le specie a metà?
Fringuelli non sazi e turchesi, non liberi di cantare, o
l'ornamento non è fecondo?
Specialmente da me e da esso che m'accompagna; io che
posso affermare la gravità
del suono e spazializzarne la
dimensione; o che brutta esperienza! Che languida
indecisione nel non finire il genio, il suo limitar, la grandine colpì
i campi, lì fiondò di gelo
genesi dei miracoli ora io conosco: fiondò
di gelo la grandine e sfiorì la terra:
ora conosco i miracoli, le succulente traduzioni in lingue differenti; la
modalità del sonno in divenire, del suo mancare: il sibilare
sillabare dei versi e delle strenue difese di cui
posso indurre a modificare
le metodiche; la logica è
apposita; è miracolata se mi ci metto; mi ci metto
in ascolto, in perfetta apparizione

substantiale di me
medesimo, in un ricco nulla di uomo: uomo? in homine, in grillo?
Il metodo lo conosco e lo
vado ora per ora insegnando.
C'è nulla e io con l'altro - voi tutti assenti - in me sono e
mi ricompongo con attenzione e allegramente.

 

 

 

Le canzoni dell'Assenza

(Testi in musica per il II Atto della Commedia astratta per voce di donna)

 

Paolo Ferrari

 

Canzone 1

Mio amore, mio dolore
viver morendo o morir vivendo,
lanciare un grido, soffrire il mondo, segregare
il silenzio, il biglietto del soma loquace
subitaneo delirio, invece d'un canto sereno,
il corpo disarmi e lo afferri
sotto le spalle, appena fuori il limitar
della sua non facile emozione.

Senza la guerra
senza la pace, non la calunnia, non l'allucinazione

so che la vita è
attraversare ragione, mio amore

mio dolore, mio osanna.
T'attendo e mi spendo in un attimo di
non impudica creazione.

Casa del lume, del color
dell'azzurro
dell'acqua cheta - espressiva - luogo del recitare
mia paura, mia passiva
lingua del bene e del
male, io t'invoco ...

Testo musicato e cantato per il II Atto della Commedia astratta per voce di donna fino al verso "non impudica creazione".

 

Canzone 2

Alla fine, amor, canto del cielo e
del silenzio che mi accompagna: nuvole, draghi, leoni,
appellativi di re e di cose superstiti:
mi alzo e libero m'appoggio
sull'eterno agitar del nulla
grave
a generare la vacuità ricca e gioiosa d'un
cosmo
increato.

Canzone (in musica dell'Assenza) per il II Atto della Commedia astratta per voce di donna.

 

 

Patrizia Brighi

This is a Song

This is a song of a singing voice
Passing from the heart of the earth
to the heavens.
I sing from the bottom of my soul
to the heavens.
And here I learn how to pronounce a word
Parallel to
The blood flowing in my veins.
And let this song uncover
Those carvings and signs
Belonging to the people
Upstream the river of death
Upstream the river of life
Upstream the river of pain.
As a new woman, and as a new man
There one could find new eyes, new legs
There one could fine new shoulders, new hands
There one could find a thinking new smile
Running one's circle while fading away...